martedì, 29 Aprile , 2025
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Lunga vita a Materatown…..

Leggiamo sul web del maldestro tentativo di inibire facebook  al sito anonimo-satirico “Materatown” che con le sue fustiganti cronache più o meno divertenti, sempre sarcastiche e comunque puntuali nel cogliere le abbondanti magagne del ceto politico e dintorni che sbocciano tra i Sassi. Può piacere o non piacere per nulla, a volte è più gradevole e altre di meno sotto il profilo della efficacia satirica…..ma è indubbio che se non esistesse bisognerebbe inventarla questa presenza dall’alone misterioso.

Noi che siamo abituati da sempre a metterci la faccia a fronte di ciò che scriviamo e sappiamo a nostre spese che non è facile se si ha voglia di dire sempre e comunque come la si pensa, non ha mai disturbato l’anonimato dietro cui si cela l’acuto/a/i tastierista che licenzia ogni tanto questi pezzi al vetriolo.

Infatti, non sempre, in una società come quella materana e lucana così ammorbata dalle cosiddette relazioni corte è possibile ed opportuno farlo. Sapevatelo.

Per cui a noi che adoriamo la satira, odiamo la censura e …..cantiamo e suoniamo da una vita Guccini, il minimo che potevamo fare è quello di rilanciare quanto scritto su “Il sito dei fuori sede di Matera” per denunciare l’accaduto corredato dalla simpatica riscrittura dell’Avvelenata….

Pertanto giù le mani da Materatown e lunga vita al suo/sua/suoi anonymous ….che ci sembra pratichi (no) molto anche Cyrano:

“Non me ne frega niente se anch’ io sono sbagliato,
spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato;
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!”

 

testata

Materatown… Sei fuori!

 Cari lettori, quello che state per leggere oggi non è il solito articolo ma una quasi comunicazione di servizio. Da mercoledì pomeriggio il nostro account su Facebook è stato bloccato. Il motivo è dovuto a una “segnalazione” da parte di qualcuno/a che ha pensato bene di “suggerire”  il nostro allontamento dal famoso social network segnalandoci come persone indesiderate e colpevoli di usare un nome falso. Per tale motivo Facebook ci ha condannato all’espulsione immediata salvo rivedere la sua decisione qualora decidessimo di inviare un nostro documento d’identità, cosa che, come potete immaginare, ci siamo rifiutati di fare. A coloro che da oggi vorranno contattarci suggeriamo quindi di utilizzare solamente il nostro indirizzo email (info@materatown.net) in quanto siamo impossibilitati ad usarne degli altri.  A coloro che, invece, hanno creduto con questa mossa di metterci a tacere, dedichiamo una nostra personalissima “Avvelenata”:

Ma se io avessi previsto tutto questo, 
dati causa e pretesto, 
le attuali espulsioni,
credete che per un paio di “mi piace”, 
questa gloria da stronzi, 
avrei scritto opinioni;
va beh, lo ammetto che mi son sbagliato
e accetto il “crucifige” e così sia, 
chiedo tempo, son razza fuorisede, 
per quanto grande sia, 
il primo che c’ha provato;

Mio padre in fondo aveva anche ragione 
a dir che un assessore non va nemmeno sfiorato,
mia madre non aveva poi sbagliato 
a dir che un “inviato” 
conta più d’un barone:
giovane e ingenuo io ho perso la testa, 
sian stati i libri o il mio provincialismo,
e cancri alla mano, accuse d’ assassinio, 
dubbi sulle mie palle, 
son quello che mi resta.

Voi critici, voi servitori austeri, 
direttori severi, 
chiedo scusa a vossìa, 
però non ho mai detto che con un blog
si fan rivoluzioni, 
si possa far notizia. 
Io scrivo quando posso, come posso, 
quando ne ho voglia senza timor di fischi: 
perdere un lavoro o Fondazione
non passa fra i miei rischi, 
non aprite il mio sito e
sputatemi addosso.

Secondo voi ma a me cosa mi frega 
di assumermi la bega 
di star quassù a guardare.
Godo molto di più nell’abbuffarmi 
oppure a riposarmi
o, al limite, a fumare.
Se son d’ umore giusto allora scrivo 
frugando dentro alle vostre miserie: 
di solito ho da far cose più serie, 
parlar con chi mi vuol bene 
e mantermi vivo.

Io tutto, io niente, io pavido, io coglione, 
io poeta, io buffone, io anonimo, io fascista,
io stronzo, io coniglio, io maschilista, 
io potentino, io sessista, beota, ricco, comunista.
Io ricchione, io scrivo per far carriera, 
io falso, io vero, io genio, io cretino,
io sono qui alle cinque del mattino, 
l’insonnia e un cappuccino 
e voglia di cazzeggiare!

Secondo voi ma chi me lo fa fare 
di stare a raccontare 
delle vostre clientele?
Ovvio, il medico dice “sei depresso”, 
pure dentro al cesso 
mi arrivano le querele.

Ed io che ho sempre detto che era un gioco 
saper ridere o no con un certo metro:
politicanti e giornalai 
il gioco si fa peso e tetro, 
comprate il mio dominio, 
io lo vendo per poco!

Colleghi blogger, eletta schiera, 
che si vende alla sera 
per un piatto di tartine,
voi che siete capaci fate bene 
ad aver le tasche piene 
e non solo di veline.

Che cosa posso dirvi? Andate e fate, 
tanto ci sarà sempre, lo sapete, 
uno scrittore fallito, un giullare
un fuorisede a sparare cazzate!

Ma se io avessi previsto tutto questo, 
dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,
mi piace far sorridere e pensare, 
mi piace domandare, poi sono nato fesso. 
E quindi tiro avanti e non mi svesto 
della penna che son solito usare: 
ho tante cose ancor da raccontare 
per chi vuole ascoltare
e a culo voi e il vostro social network.

Vito Bubbico
Vito Bubbico
Iscritto all'albo dei giornalisti della Basilicata.
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