mercoledì, 14 Maggio , 2025
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Luciano Loizzo come ”Lassie” è tornato a Ferrandina in attesa della Lodola

L’aveva annunciato, dopo aver fatto tappa a Milano da zio Franco, ed è giunto in auto nella sua Ferrandina nel primo pomeriggio di giovedì 11 maggio. Con un pensiero ”doveroso” alla sua rossa e ”coetanea” Moto Guzzi ” Lodola GT 235”, che arriverà dopo ferragosto dopo un viaggio in Tir dalla Germania con tappa a Milano e poi a casa. E quella sarà l’occasione per festeggiare con la comunità ferrandinese che- come è immaginabile-si sono attivati per salutarlo. Del resto sono passati 24 giorni dalla partenza, con la benedizione di don Pierdomenico Dicandia, la foto ricordo e la consegna dello striscione da srotolare a Capo Nord. consegnatogli dal sindaco Carmine Lisanti. C’è tanto da ricordare con simpatia per un’avventura, nella quale ha creduto fino in fondo, pur sapendo delle difficoltà da affrontare in terre sconosciute e senza conoscere una parola di inglese. Tanto ”savoir faire”, con quell’arte di arrangiarsi tutta italiana, l’aiuto dei connazionale dove possibile e poi…è andata.

” Ho fatto itinerari secondari- dice Luciano, geometra nella vita- e ho voluto fortemente portare a termine il progetto. Sono soddisfatto per aver conosciuto altre realtà, altre culture, abitudini. Negozi chiusi alle 17.00 e strade deserte. La gente si chiude in casa, per cui a fine giornata ho dovuto arrangiarmi con pasti frugali o sui consolidati hamburger. Nulla a che vedere con le nostra fettine di podolica o con i nostri arrosti, che mi sono mancati. Ma stasera recupero..” Forse non ci crederete, ma Luciano ha perso un paio di chili. Ed è giusto che nella sua ” F’rrannin” recuperi a tavola e poi un BRindisi, come la targa della sua amata Lodola, con la quale ha percorso classiche come la Milano Taranto, quella delle Langhe e altre. Ma la missione a CapoNord resterà quella impegnativa, che gli ha dato tante soddisfazioni anche quando sul traghetto, ad Holmbereg, tra Svezia E Norvegia , aveva smarrito portafogli con documenti e carta di credito. ”Me ne sono accorto- ricorda Luciano- prima di sbarcare. Ricordavo di aver messo il portafogli nel giubbotto. Ma non c’era e allora mi sono rivolto all’operatore , con me c’era anche un ciclista…abbiamo sentito la biglietteria di imbarco. Era lì…Ho rifatto la traversata e ho preso il portafogli. Nessuno ha toccato nulla” E correttezza c’è stata, nei suoi confronti, anche durante il viaggio, durante il quale ha incontrato persone dirette o di ritorno a Capo Nord. Un viaggio da consigliare? ” Certo – risponde Luciano. E’ una sfida con sè stessi fatta con una Moto che è stata fedele compagna di viaggio. Un viaggio fortemente voluto e poi si torna a casa, come Lassie”. Una questione di fedeltà e di fiducia…nel sogno e in sella su una Guzzi degli anni Sessanta.

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