Legalità…ma cominciando dalla trasparenza, cambiando metodi e quel malcostume diffuso da ”familismo immorale” che in Basilicata è intriso di comparizi, cambiali da onorare, ricatti trasversali che impongono di dire ”Sì” a chi ”non si può dire di No”, cerchi magici all’insegna del ” t’nim mman tutt nuj” e che continuano a sporcare l’immagine positiva di una terra sempre più matrigna con i propri giovani, costretti a emigrare con trolley e tablet, smartphone finendo con l’arricchire le economie di altre regioni e di altre Nazioni.
Le dichiarazioni fatte a Foggia dal reggente del Pd, Maurizio Martina, in occasione della Giornata della Memoria, e da Don Ciotti sono un sasso nelle acque stagnanti della politica lucana dove non mancano le polemiche ricorrenti sulla scarsa trasparenza nell’affidamento di incarichi (ricordiamo quella sollevata dal consigliere Gianni Rosa sull’incarico affidato per la redazione del piano strategico delle Zes agli l’ex assessore regionali Aldo Berlinguer e comunale di Matera Stefano Zoccali e con una determina dirigenziale , la n.65 del 7 febbraio 2018 da cercare sul Bur) e su quanto accade sulle rendicontazioni della regionalizzata Fondazione ” Matera-Basilicata 2019”. Altro che amministrazione trasparente.
“Siamo qui -ha detto Martina- per dire chiaramente che va combattuta ogni giorno la nostra battaglia per la legalità, contro le mafie, contro ogni tipo di organizzazione criminale, . Questo è il giorno della memoria, quindi innanzitutto il giorno del ricordo, della testimonianza. Però deve essere anche il giorno del riscatto e quindi dell’impegno”.
In Basilicata niente quarta mafia,almeno nelle forme strutturate di altre regioni, ma gli appettiti dei colletti bianchi pronti a mettere le mani sulle risorse finanziarie, progetti che alimentano le clientele e il consenso e fini pratiche usuraie ci sono sempre stati.L’allarme lanciato più volte in occasione di anni giudiziari, report o dossier antimafia sugli appetiti legati a ”Matera 2019” e quanto puntualmente ‘scoperchiato’ nelle inchieste sulla risorsa petrolio con il coinvolgimento di amministratori pubblici e privati, politici, consulenti, maneggioni e via elencando. E se la gente, aldilà delle tendenze nazionali, alle urne si esprime con un sonoro voto di protesta significa che serve una inversione di rotta, che continuiamo a non vedere: niente ”mea culpa”, riflessioni, passi indietro, formazione e selezione mirata nella scelta di giovani preparati (basta con le teste di legno che devono fare carriera), ma solo tanta arroganza e presunzione nel mantenere posizioni consolidate in vista delle prossime scadenze amministrative. Povera Basilicata.
L’invito di Martina sembra destinato a non intaccare la zona franca della politica lucana. Facce e faccetoste continuano a tenere sedie e poltrone con una pletora di laquais e di opportunisti al soldo del miglior offerente (non importa il loro passato) per consolidare potere per il potere. Martina (non siamo parenti) va apprezzato per un tentativo di volere cambiare registro e questo vale non solo per il Pd, che ha tentato di recuperare i ‘condomini” e le periferie dopo aver bazzicato e intessuto rapporti operosi con il gotha dell’imprenditoria, della finanza e delle alte sfere di un paese per pochi governato da pochi. E i risultati sono le macerie sul campo guardate cosa accade nei Comuni, da Potenza a Matera, dove si è cristallizzata la marmellata trasversale dei governissimi. Che squallore. Servono legalità e trasparenza.
Don Ciotti, fondatore di Libera, ripete che l’impegno contro le mafie deve essere quotidiano come riportato nel Focus (del quale riportiamo alcuni stralci) del sito on line ‘ Democratica’, il sito di informazioen del Pd.. ” E’ necessario -ha detto a Foggia- scrivere nelle nostre coscienze tre parole: continuità, è la condivisione perché è il noi che vince, e la corresponsabilità. E cioè chiedere alle istituzioni che facciano la loro parte, e se non la fanno dobbiamo essere una spina per chiedere conto”.
Vero non tutte le Istituzioni fanno la loro parte nel monitorare e perseguire quello che non va, nonostante la logica del ‘tempo al tempo’ .Il cambiamento – ha agggiunto Don Ciotti – ha bisogno di tutti. Noi lo chiediamo alla politica, alle istituzioni, ma dobbiamo chiederlo anche a noi come cittadini: abbiamo bisogno di cittadini responsabili non di cittadini a intermittenza a seconda delle emozioni e dei momenti”.
Condivisibile, dando l’esempio in prima persona.
