Sarebbe frutto solo di superficialità e malintesa goliardia, men che meno con “l’intenzione di promuovere l’ideologia fascista”, l’avere sparato ad alto volume e in piazza a Lauria nella notte di Natale il triste inno fascistoide “Faccetta nera” (https://giornalemio.it/cronaca/a-lauria-la-notte-di-natale-al-ritmo-dance-di-faccetta-nera-lignoranza-che-avanza/). Se ne assume responsabilità e se ne scusa pubblicamente il giovane ciaramellista Pietro Bellusci con un post sul proprio profilo facebook in cui per altro sottolinea di essere “antifascista” e con “sani e saldi princìpi fondati su valori democratici.” Un esempio eclatante di ignoranza (nel senso di non conoscenza) della storia patria che andrebbe colmato rapidamente, volendo essere esattamente il contrario di quanto superficialmente si è fatto. Ecco il testo interale: “Buona sera a tutti!!! Per quanto accaduto nella tarda notte tra il 24 e 25 scorsi….
Voglio precisare che questo mio gesto non aveva l’intenzione di promuovere per nessun motivo l’ideologia fascista!!!!
Comprendo di aver fatto una cosa gravissima e per questo me ne pento.
Voglio porgere le mie più sentite scuse ai miei genitori, al sindaco, all’intera comunità di Lauria ed a tutti coloro che hanno visto il video e che si sono sentiti toccati…
Desidero sinceramente scusarmi per il gesto goliardico e superficiale.
Mi rendo conto che le mie azioni possono aver causato disagio e profonda amarezza, mi dispiace per questo anche perché non mi rappresenta.
Non era mia intenzione arrecare danno o offesa di alcun tipo, ma capisco che il mio comportamento è stato inappropriato e poco rispettoso.
Ci tengo ancora a precisare anzi a smentire alcune voci e menzogne che mi sono state accreditate:
1- Non sono fascista, sono antifascista;
2- Non avevo uno sfollagente o manganello, avevo una semplice ciaramella (tutti hanno avuto modo di vedere perché mi piace sia cantare che suonare e per chi non la conoscesse è uno strumento artigianale atto a suonare e non ad offendere).
Chi mi conosce sa che persona sono e conosce i miei sani e saldi princìpi fondati su valori democratici.
Non c’è alcuna deriva o incitamento al fascismo.
Buone feste a tutti!”
Una ammissione di colpa e scuse che hanno trovato numerosi apprezzamenti nei commenti ricevuti tra cui quello di Ulderico Pesce che gli dice: “Caro Pietro, ti ho visto crescere e ti conosco bene. Una settimana fa eravamo assieme ad accogliere gli studenti di Hellin (Spagna) con l’Amministrazione comunale di Rivello, la Biblioteca Rivellese, il
parroco don Mario e tanti amici. In questa foto suoni con la ciaramella le canzoni di Natale. Questo è il Pietro che conosciamo a Rivello. L’errore che hai fatto, cambiando repertorio, è grave e tu stesso l’hai condannato. Le dittature vanno condannate sempre. La dittatura Nazifascista ha portato l’Europa indietro di 40 anni ed ha fermato lo sviluppo. 6 milioni di ebrei, omosessuali, disabili, Rom, uccisi nei forni crematori. Moltissimi bambini. Molti italiani ed europei sono morti combattendo contro il Fascismo per permettere a noi di vivere in libertà. Quella canzone inneggia alla violenza, alla conquista con la forza di altre terre, alla violenza da commettere su una ragazza abissina. Non è una canzone da cantare. È una canzone che rappresenta il male. Anzi, poiché nel mondo stanno accadendo oggi le stesse cose, con le stesse violenze, basta pensare a Gaza, dobbiamo impegnarci affinché la violenza finisca e che ritorni il rispetto per gli altri. Tu sei un ragazzo per bene, e non hai riflettuto su quello che cantavi. Perché a molti giovani mancano importanti pagine della storia del Novecento. Ora, grazie alla tua azione, hai sperimentato sulla tua pelle l’indignazione di molti. Questa lezione ti servirà. Te la porterai addosso per sempre. E servirà anche ad altri. Servirà a prevenire. Ora io sento che sei triste per queste cose accadute. Non ti vedo in giro e ti penso triste a casa. È questa tua tristezza non deve continuare a lungo. Devi recuperare il Pietro che mi piace di più, il Pietro sereno, sorridente e disponibile con tutti. Il Pietro che sei. Il Pietro che canta le tarantelle calabro-lucane con zampogna e ciaramella. Ti invito a mangiare, in queste feste, una pizza assieme. Portati la ciaramella che suoniamo Bella ciao. E l’anno vecchio si porterà via questo brutto episodio. “

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