domenica, 26 Gennaio , 2025
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Israele impedisce alla stampa internazionale l’accesso a Gaza

E mentre Israele continua ad impedire l’accesso a Gaza della stampa internazionale, tra quelli che c’erano già dentro la Striscia di Gaza, prima di quel maledetto 7 ottobre, sono almeno 36, i giornalisti e operatori dei media, uccisi tra le altre migliaia di persone morte dall’inizio dell’attacco israeliano. A darne notizia è il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ). Secondo l’organizzazione, che ha sede a New York, “la guerra tra Israele e Hamas è diventata il periodo più mortale per i reporter che si occupano di conflitti da quando il Cpj ha iniziato a documentare le vittime tra i giornalisti, nel 1992.” Nell’ultimo aggiornamento pubblicato ieri, il Cpj scrive che “dei 36 morti, 31 sono palestinesi, 4 israeliani e 1 libanese. Otto giornalisti sarebbero rimasti feriti, 3 risultano dispersi e altri otto sarebbero stati arrestati.” Sherif Mansour, coordinatore del programma del gruppo per il Medio Oriente e il Nord Africa, ha affermato che “i giornalisti stanno facendo grandi sacrifici per coprire questo conflitto straziante. Molti hanno perso colleghi, famiglie e strutture dei media e sono fuggiti in cerca di sicurezza quando non esiste un rifugio o un’uscita sicura”.

Con riferimento al diritto di poter raccontare ciò che accade senza i filtri della propaganda da ambedue le parti, che è stato lanciato un appello «Libertà di informazione in tempo di guerra» – sottoscritto da giornaliste e giornalisti italiani e internazionali (la regista Laura Poitras, Anne Poiret, Francesco Zizzola, Rasha Qandeel, reporter di guerra come Giovanna Botteri, Lucia Goracci, Marc Innaro, Alberto Negri, Laura Silvia Battaglia al-Jalal e altri nomi del giornalismo italiano – Riccardo Iacona, Milena Gabanelli, Corrado Formigli, Nello Scavo. Oltre a organizzazioni stampa quali France 24 e Freedom of the Press Foundation Usa)- in cui si legge: «Sosteniamo il diritto fondamentale dei giornalisti di lavorare in sicurezza dentro Gaza, dove molti dei nostri colleghi hanno tragicamente perso la vita. Chiediamo a Israele che consenta l’accesso a Gaza affinché si possa coprire questa guerra di vitale importanza per i nostri paesi e il nostro futuro».Questo il testo integrale dell’appello:
Ci troviamo di fronte a una situazione drammatica che richiede il nostro intervento immediato. La stampa internazionale rivolge una richiesta urgente a Israele: consentire l’accesso a Gaza per coprire una guerra di importanza vitale per i nostri Paesi e il nostro futuro. Questa non è solo una richiesta per noi giornalisti, ma un appello in difesa dei principi fondamentali che stanno alla base di ogni società libera e democratica. La libertà di parola, l’importanza della copertura giornalistica in tempo di guerra, il diritto di informare e di essere informati sono i pilastri su cui si fonda la nostra società. Questi principi non conoscono confini nazionali, razze o religioni. Sono principi universali e rappresentano l’anima stessa della nostra civiltà. Sosteniamo il diritto fondamentale dei giornalisti di lavorare in sicurezza a Gaza, dove molti dei nostri colleghi hanno tragicamente perso la vita mentre cercavano di comunicare notizie al mondo. La guerra in corso a Gaza è una questione che coinvolge non solo Israele e la regione, ma anche il destino di tutti noi, ovunque ci troviamo. È una guerra che influenza il nostro futuro, che sta plasmando il mondo in cui cresceranno le prossime generazioni. Eppure, ci troviamo in una posizione in cui siamo costretti a non poter raccontare questa storia drammatica. Non si tratta solo di un’ingiustizia nei confronti dei giornalisti, ma di un’ingiustizia nei confronti di tutti i cittadini del mondo. La libertà di espressione è un diritto sacrosanto che protegge la democrazia, la giustizia e la verità. Il diritto di raccontare una guerra è una responsabilità che dobbiamo alla storia e alle generazioni future. Senza di esso, la nostra capacità di comprendere, valutare e impegnarci nei dibattiti critici alla base del nostro futuro sarebbe gravemente compromessa. Chiediamo a Israele di consentire alla stampa internazionale l’accesso a Gaza, per permetterci di adempiere al nostro dovere di informare e di assicurare al mondo una visione completa e accurata di ciò che sta accadendo. Questa richiesta non è solo nel nostro interesse, ma nell’interesse di tutti coloro che credono nei valori della democrazia, della verità e della giustizia. Chiediamo a Israele di consentire la copertura giornalistica di questa guerra cruciale. La nostra libertà e il nostro futuro dipendono da questo.”

L’esecutivo del Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti ha scritto cheMai tutto questo era accaduto prima, il sospetto è che si voglia impedire il racconto della guerra soprattutto in quell’area.” Quindi si è unito “all’appello di Reporter senza frontiere e di altre organizzazioni internazionali di giornalisti che chiedono il rispetto del diritto internazionale umanitario e la fine immediata dei bombardamenti. Chiedono che l’esercito israeliano garantisca la sicurezza per i giornalisti che lavorano nella striscia di Gaza e per le loro famiglie, affinché si consenta alla stampa internazionale di esercitare il diritto dovere di informare su quanto accade in quel teatro di guerra.”

Vito Bubbico
Vito Bubbico
Iscritto all'albo dei giornalisti della Basilicata.
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