“Pacs”, “Dico”, politiche sociali e di cittadinanza al passo con i tempi e con le diverse sensibilità di genere anche a Matera “capitale’’ europea della cultura per il 2019? Chissà.
Il “collettivodonnematera” tiene fede a quanto annunciato nelle scorse settimane, come pubblicato in altro servizio, con una sfida ai candidati sindaci di Matera a tenere in debita considerazione le questioni legate al registro dell’unioni civili, consentendo il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto o omossessuale, a investire sulle nuove generazioni a sottoscrivere la Carta di intenti sulle discriminazione.
La lettera aperta del Collettivo, rivolto ai “candidati”, nel ricordare l’impegno del sodalizio ‘’per promuovere, sostenere e diffondere una cultura contro la violenza, antisessista, antirazzista; una cultura che sia accogliente e contrasti ogni forma di discriminazione ed emarginazione’’ ribadisce che vuole sollecitare le istituzioni affinché garantiscano politiche dirette al benessere sociale necessario per vivere dignitosamente, nonché tutele e servizi nel rispetto di ogni diversità e contro ogni forma di discriminazione.
“Non ci sfugge – riporta il documento- che in questo momento Matera, designata a capitale della Cultura europea nel 2019, costituisca un laboratorio politico-culturale che può portare l’intera cittadinanza ad essere protagonista in Europa e far si che nessuno/a sia escluso/a. Perciò vorremmo approfittare dell’occasione che ci offrono queste elezioni amministrative per inserire nel dibattito sul futuro possibile della città di Matera anche alcune delle tematiche che ci stanno più a cuore: i diritti civili, i diritti delle nuove generazioni, i diritti delle donne e dei bambini. Per dare sostanza a questi principi vi elenchiamo alcuni punti, che poniamo alla vostra attenzione per avere risposte, puntualizzazioni ed approfondimenti che riterrete opportuno offrire alla nostra comunità durante la campagna elettorale’’.
Da qui la esplicitazione delle richieste sintetizzate in sei punti.
“Chiediamo –scrivono le donne del Collettivo- a chi si candida alla guida del governo della Città di impegnarsi a: (1) istituire il registro delle unioni civili e permettere il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto e omosessuali (glbtq); (2) aderire alla Rete RE.A.DY (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere) sottoscrivendo la Carta di Intenti e avviando politiche per favorire l’inclusione sociale delle persone omosessuali e transessuali, sviluppando azioni positive e promuovendo atti e provvedimenti amministrativi che tutelassero dalle discriminazioni; (3) monitorare il funzionamento dello sportello di ascolto contro la violenza di genere e creare una casa rifugio per donne vittime di violenza, investire sulle nuove generazioni, i nostri figli/e, con modelli esemplari di politiche giovanili (ad es. creando centri di aggregazione; permettendo l’accesso gratuito alle attività sportive amatoriali); (4) creare politiche di sostegno al lavoro delle donne con servizi che permettano di conciliare i tempi di lavoro con gli impegni familiari (ad es. asili nido comunali gestiti con la partecipazione attiva delle donne e il confronto con le stesse mamme); (5) potenziare i consultori familiari e giovanili e (6) dare sostegno ad attività di intervento nelle scuole per una cultura della salute e della sessualità improntate alla autodeterminazione e alla consapevolezza delle ragazze e dei ragazzi’’.
Fin qui le richieste con un invito ai candidati sindaci a “rispondere pubblicamente alle sollecitazioni che vi poniamo per far conoscere a tutta la comunità le vostre posizioni’’. Un invito al dibattito e a valutare le questioni, evitando strumentalizzazioni e generalizzazioni come accaduto con le presunte dichiarazioni discriminatorie – e sulle quali è stata avviata un’inchiesta- del presidente della lega calcio dilettanti.
