Ci sono tanti modi per vedere e vivere “Il Campanaccio”, rito propiziatorio legato al culto agro-pastorale, che si festeggia ogni anno a San Mauro forte (MT).
Un modo sicuramente bello e inusuale è quello pensato e realizzato dai ragazzi diversamente abili guidati dal maestro cartapestaio, Uccio Santochirico, nel laboratorio di artigianato solidale della Cooperativa Oltre l’Arte di Matera. Loro, infatti, di campanacci ne hanno fatto davvero tanti. Realizzati con pazienza e passione in cartapesta e con un significato ben preciso.
“I campanacci che realizziamo sono fatti con scarti di cartoncino e carta riciclata impastati con la farina, ci spiega Uccio. Abbiamo pensato al loro uso abituale e cioè quello al collo del bestiame degli allevamenti lungo tutta la dorsale appenninica per indicare la propria collocazione sul territorio. Crediamo che chiunque faccia bene il proprio lavoro, con spirito di sacrificio, di solidarietà e di passione, in fondo fa la differenza sul proprio territorio e dunque è come se suonasse la propria campana. E quindi suonare il Campanaccio, come quello di san Mauro ha la stessa importanza degli animali al pascolo che segnano il territorio in cui si abita e rimarca l’importanza di vivere nei nostri luoghi in maniera rigenerativa”.
E’ questo il messaggio che Uccio ha voluto trasmettere a Milena, “scampanatrice sfegatata” facendole dono di un campanaccio con tanto di dedica, affinchè si facesse portavoce per San Mauro Forte (cosa che ovviamente è avvenuta). E chissà se in futuro non si possa fare un gemellaggio Matera – San Mauro Forte a suon di battacchio.
Giornalista freelance . Tra le collaborazioni, Il Quotidiano della Basilicata, Avvenire, Il Fenotipo (periodico dell’Avis Basilicata), Fermenti (periodico Diocesi di Tricarico), Infooggi.