… avrà una anticipazione nel 2024 con i 70 anni dalla proclamazione di ”Civitas Mariae” che raccoglie una lunga tradizione del culto mariano. Al momento non ci sono programmi ufficiali. Ma qualcosa si dovrà pur fare per valorizzare una opportunità di riflessione e di promozione turistico culturale, che altrove- dove la programmazione, per competenze e lungimiranza è di casa- è già realtà, anche in vista del Giubileo del 2025. E ne abbiamo avuto conferma nel corso della annuale visita al Santuario di San Giovanni Rotondo, meta internazionale, dei devoti di Padre Pio(Santo da tempo) come continuano a chiamarlo devoti ma anche agnosti o curiosi. Il pannello che campeggia all’ingresso della spianata della nuova chiesa disegnata da Renzo Pio mette insieme i volti di Papa Francesco, di San Francesco d’Assisi e di San Pio. Volti e testimonianze di povertà, carità, solidarietà che hanno ancora tanto da insegnare e ricordare alla sordità di certa politica che fa poco o si volta dall’altra parte, quando si tratta di rimboccarsi le maniche. E, ne siamo certi, sarà il filo conduttore oltre che dell’Anno Santo 2025 anche degli 800 anni dei Giubilei francescani, che annovera le date della Regola Bollata, del presepe di Greccio, delle Stimmate, del cantico delle creature e della morte del poverello di Assisi. Povertà…una eredità raccolta da Padre Pio, il frate delle Stimmate, dalla vita tormentata ma con una luce nel cuore, che non si è mai spenta a 55 anni dalla morte, avvenuta il 23 settembre 1968. Le visite alla sua cella, con gli arredi essenziali, agli ambienti ipogei che ospitano la tomba fino alla chiesa inferiore con la cripta dorata che ospita le spoglie del Santo, lungo un percorso di narrazione e di mosaici che vedono insieme vita e testimonianza di san Pio e San Francesco. E qui aldilà dei flash risuona l’invito ricorrente al silenzio e alla preghiera e a partecipare alla Messa, nella vecchia o nella nuova chiesa poco importa. E qui a bassa voce riecheggiano dialetti e lingue che si intrecciano, sguardi che si sovrappongono, e un impegno a ritornare e a visitare altri luoghi che in zona da San Michele Arcangelo all’Incoronata parlano di fede, religiosità popolare, ricerca e risposte a domande che solo il silenzio può dare. Abbiamo osservato un giovane artista disegnare e strappare ripetutamente fogli di carta, sui quale aveva abbozzato qualcosa che non lo soddisfaceva. Poi ha incrociato con lo sguardo un albero di ulivo e lo abbiamo visto proseguire, soddisfatto, con mano sicura. Un simbolo di pace.E’ di quello di cui il mondo ha bisogno,insieme a salute e serenità.
ALCUNE IMMAGINI DEL SANTUARIO