Dopo le denunce delle vittime, allettate da rendimenti interessanti su prodotti finanziari, la chiusura delle prima fase di una vicenda della quale si è sentito parlare nei mesi scorsi. E così le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Matera, hanno portato alla notifica di conclusione di indagini nei confronti dell’ex agente finanziario e della compagna. Sono accusati di aver aggirato almeno 21 persone (soprattutto anziani ‘deboli’ e particolarmente
vulnerabili) e aver truffato loro un totale di circa un milione
di euro. Tra le vittime vi è anche un parroco della diocesi di Matera-Irsina. Alla coppia sono stati contestati, a vario titolo i reati di sostituzione di
persona, truffa, riciclaggio e autoriciclaggio Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il marito, ex agente di una compagnia assicurativa “si presentava alle vittime – come riporta il comunicato della Guardia di Finanza – come
promotore finanziario esperto ancora in carica. E questo nonostante
avesse cessato l’attività, prospettando investimenti
particolarmente redditizi, facendosi consegnare somme di denaro
o assegni a fronte dei quali rilasciava documentazione
attestante la dazione (distinte di versamento su carta intestata
a nota compagnia di assicurazione, con timbro e firma), per poi
fornire, periodicamente, rendiconti artificiosi della gestione
delle somme a lui affidate”. Le fiamme gialle hanno accertato che circa 200.000 “sono stati riciclati: alcuni assegni
bancari, consegnati dai malcapitati senza indicazione del
beneficiario (‘in bianco’) venivano poi ‘riempiti’ dall’ex
agente, indicando quali beneficiarie altre persone (anch’esse
truffate) cui faceva credere che si trattava del ‘rendimento’
dell’investimento effettuato”.
GUARDIA DI FINANZA DI MATERA:
DUE CONIUGI DENUNCIATI PER TRUFFA, RICICLAGGIO E AUTORICICLAGGIO PER OLTRE UN MILIONE DI EURO.
I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e del Gruppo di Matera hanno concluso una complessa attività delegata di polizia giudiziaria che ha portato alla notifica di un avviso di conclusione delle indagini preliminari, emesso dalla Procura della Repubblica di Matera, a carico di due coniugi, per le ipotesi di reato di sostituzione di persona, truffa, riciclaggio e autoriciclaggio.
L’attività in parola, scaturita da denuncia di diverse persone offese, ha consentito di accertare molteplici condotte truffaldine perpetrate, negli anni, da un ex agente di una nota compagnia operante nel campo assicurativo e finanziario, con il successivo impiego dei proventi illeciti, integrando le fattispecie di reato di riciclaggio ed autoriciclaggio, unitamente alla moglie.
Partendo da quanto riferito dalle persone offese, le attività si sono articolate attraverso complesse indagini finanziarie nei confronti dei soggetti coinvolti nella vicenda.
Nel complesso, sono state 21 le persone offese dai vari reati, tra cui un parroco della diocesi di Matera e diversi soggetti anziani appartenenti a fasce deboli e particolarmente vulnerabili.
La somma indebitamente sottratta alle parti offese (profitto del reato di truffa), con gli artifizi e raggiri posti in essere, ammonta complessivamente ad oltre un milione di euro: l’indagato approfittava della vulnerabilità dei soggetti truffati e ne carpiva la fiducia facendo leva sulla sua capacità persuasiva acquisita nel tempo grazie alla professione in passato svolta. In particolare, si presentava alle vittime come promotore finanziario esperto ancora in carica, nonostante avesse cessato l’attività, e prospettava investimenti particolarmente redditizi, facendosi consegnare somme di denaro o assegni a fronte dei quali rilasciava documentazione attestante la dazione (ovvero distinte di versamento su carta intestata a nota compagnia di assicurazione, apponendovi addirittura timbro e firma), per poi fornire, periodicamente, rendiconti artificiosi della gestione delle somme a lui affidate.
Le indagini hanno consentito inoltre di acclarare come oltre duecento mila euro sono stati riciclati, mediante reimpiego con modalità particolarmente truffaldine: infatti, alcuni assegni bancari, consegnati dai malcapitati senza indicazione del beneficiario (“in bianco”) venivano poi “riempiti” dal denunciato, indicando quali beneficiari altri soggetti (anch’essi truffati) cui faceva credere trattarsi di “rendimento” dell’investimento effettuato.
L’attività portata a termine dalla Guardia di Finanza di Matera, testimonia il costante impegno profuso dal Corpo e dalla Procura della Repubblica a tutela del sistema economico legale e a contrasto contro le condotte truffaldine, in particolare quelle a danno di cittadini più deboli.
Per tali condotte, al vaglio della competente Autorità Giudiziaria, sulla base del principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte a indagine sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
