Continua a tener banco il dibattito intorno all’edificio di Via Lazazzera a Matera, ex sede Unibas, già candidato ad ospitare il Centro Sperimentale di Cinematografia ma poi non più ritenuto idoneo allo scopo a seguito di un ultimo sopralluogo così come reso noto dall’ex sindaco Bennardi (https://giornalemio.it/cronaca/csc-immobile-via-lazazzera-de-ruggieri-fornisce-ricostruzione-inesatta-e-non-aggiornata/), quindi destinato a sede della Polizia Municipale e della Protezione Civile con un progetto che sembra prevedere l’abbattimento e la ricostruzione dello stesso. Registriamo ulteriori due interventi. Uno del presidente del Circolo La Scaletta, Franco Di Pede, che si oppone all’abbattimento dell’immobile progettato dall’architetto Vincenzo Baldoni e dunque per “il suo valore storico e architettonico sia per l’impatto ambientale e per i costi che quella operazione avrebbe”. L’altro del segretario regionale della CISL Funzione Pubblica, Pino Bollettino, che, invece, ribadisce la necessità che si vada avanti con quanto progettato e finanziato dalla Regione in quanto così si “risolverebbe in maniera definitiva anche il grave problema della mancanza di una sede della protezione civile.” A seguire le due note.
“L’abbattimento dell’edificio progettato dall’architetto Vincenzo Baldoni per ospitare la casa dello studente dell’Unibas e successivamente utilizzato come sede dell’Università degli studi della Basilicata, è da scongiurare sia per il suo valore storico e architettonico sia per l’impatto ambientale e per i costi che quella operazione avrebbe”. È quanto sostiene il presidente del Circolo La Scaletta, Franco Di Pede, che aggiunge: “Quell’immobile è una delle eredità di un professionista che ha lasciato un segno importante nella città. La sua riqualificazione permetterebbe a quell’edificio di restare un simbolo e nel contempo di ospitare funzioni rilevanti come quella a cui era stata destinata di sede decentrata del centro sperimentale di cinematografia o in alternativa come presidio legato alle attività di alta formazione universitaria che Matera dovrebbe avere l’ambizione di ospitare. La necessità di dare giusta collocazione e dignità al Comando del Corpo di Polizia Locale non dovrebbe comportare la cancellazione di un’architettura significativa che si pone in continuità rispetto a quelle del Comune e del Tribunale che sorgono in Via Aldo Moro”. “La qualità professionali ed umane di Vincenzo Baldoni – sottolinea il vicepresidente del Circolo, architetto Paolo Emilio Stasi – sono state troppo a lungo dimenticate dalla città ed andrebbero riconosciute visto il contributo che Baldoni ha dato alla sua crescita culturale e sociale. L’edificio della Casa dello Studente di Via Lazzazzera potrebbe essere a lui intitolato per rendere indelebile il ricordo del suo legame con Matera che ha avuto il suo punto di massima espressione nel premio attribuito (1968) dall’Istituto nazionale di architettura (InArch) per il progetto dell’Istituto Agrario di contrada Rondinelle ma anche nel primo premio per la progettazione del Palazzo di città e del Tribunale. Altre tracce significative del suo lavoro sono i progetti della sede del Liceo Scientifico, dell’allestimento della Sala consiliare della Provincia e, sebbene rimasto inattuato, del completamento del Municipio di Matera”.
Il segretario generale della Cisl Fp Pino Bollettino interviene sulla vicenda della ex sede Unibas di Via Lazazzera e si dice contrario all’ipotesi di destinare la struttura al Centro sperimentale di cinematrografia, ipotesi ripresa in questi giorni dall’ex sindaco De Ruggieri, e scrive: «Quei locali, abbandonati al loro destino da anni nell’indifferenza assoluta di tutte le forze politiche e degli osservatori, sono stati destinati a sede della protezione civile e del corpo di Polizia locale di Matera. Un finanziamento regionale di ben due milioni di euro ha consentito di portare in esecuzione la deliberazione della passata Giunta comunale su proposta dell’assessore alla Sicurezza e alla Polizia locale Michelangelo Ferrara». «Più volte come Cisl Fp abbiamo segnalato la totale inadeguatezza funzionale, strutturale e di sicurezza dei locali dove è attualmente allocato il corpo di Polizia locale”, aggiunge Bollettino evidenziando che «sono state attivate più volte giornate di protesta e indetto uno stato di agitazione del personale del corpo per la sollecitare la ricerca di una sede idonea che risolvesse i problemi di sicurezza e adeguatezza e consentisse anche di restituire la dignità di ruolo alla Polizia locale, compromesso dalla attuale allocazione. Basti solo pensare che mancano il locale armeria e il deposito delle attrezzature e delle autovetture, e finanche gli spogliatoi per la vestizione e svestizione della divisa sono stati ricavati in un corridoio di passaggio sotterraneo alla sede del Comune». Secondo il segretario della Cisl Fp «ubicare negli ex locali Unibas di Via Lazazzera la sede della Polizia locale, come da noi caldeggiato, risolverebbe in maniera definitiva anche il grave problema della mancanza di una sede della protezione civile. Infatti, oggi in caso di dichiarato allarme di Protezione civile assistiamo alla costituzione del COC nella sede del Comune, magari al sesto piano, ovvero in una location inadeguata a tale funzione. Come è noto la sede della Protezione civile deve poter essere autonoma in caso di emergenza in quanto a collegamenti telefonici, energetici e strutturali, per poter agire in autonomia e sicurezza. La sede deve rispettare le “Indicazioni operative per l’individuazione dei Centri operativi di coordinamento e delle Aree di emergenza” adottate ai sensi dell’articolo 5, comma 5, della legge n. 401/2001». «La nuova sede di Via Lazazzera – conclude Bollettino – risponderebbe pienamente a tali indicazioni, anche perché collocata lungo un asse di pronta viabilità e a brevissima distanza dalla sede del Comune. Pertanto, invitiamo a proseguire sulla strada della sicurezza per la popolazione e dare contemporaneamente e finalmente la giusta collocazione al corpo di Polizia locale di Matera, utilizzando il finanziamento regionale di 2 milioni di euro e i 600.000 euro disponibili in bilancio già dall’anno 2020 per tale finalità».

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