L’avevamo anticipato con un articolo del 2 ottobre scorso che il governo di Giorgia Meloni (quella che si divertiva a fare i video dalle pompe di benzina per dileggiare lo Stato che incassava metà del prezzo dei carburanti, ve la ricordate?) stava mettendo in campo l’aumento delle accise, usando la parolina magica “allineamento”. Allineamento al rialzo dell’accise del diesel rispetto alla benzina verde. Ora ci siamo. Ieri è infatti arrivato il via libera all’aumento della accise sul gasolio, con un primo rialzo compreso tra 1 e 2 centesimi al litro dalla commissione Finanze del Senato che ha dato l’ok al decreto legislativo di riordino delle accise di diesel e benzina nell’ambito della delega fiscale in mano al governo. Previsto “un tendenziale riavvicinamento, in un congruo arco di tempo e nella misura compresa tra 1 e 2 centesimi di euro, delle aliquote dell’accisa applicate al gasolio e alla benzina”, che oggi si aggirano rispettivamente attorno ai 62 e 73 centesimi per litro. Certo l’iter non è ancora concluso del tutto, al testo -per diventare operativo- serve l’ok del Consiglio dei ministri e un apposito decreto interministeriale. Nelle osservazioni, la commissione ha comunque chiesto al governo di posticipare l’applicazione dell’aumento dal luglio 2025 al gennaio 2026. Un poco più in là, ma ci sarà. L’aumento, non i tagli.
Addio accise scontate, il diesel come la verde? Mai dimenticare lo spot di Meloni al distributore.
Dal Governo aumenti sulle accise anche dei sigari, sigaretti e sigarette…

Iscritto all’albo dei giornalisti della Basilicata.