Due note del consigliere comunale di Matera Civica, Pasquale Doria, sui limiti progettuali di piazza San Francesco d’Assisi- consegnata ”temporaneamente”sabato 29 giugno alla città e all’Amministrazione per la festività del 2 luglio- e la successiva precisazione del sindaco Domenico Bennardi che le ”rampe” di accesso all’area saranno ripristinate non appena riprenderanno i lavori. E la cosa dovrebbe finire lì. Difetto di comunicazione su motivi e modalità di rimozione delle rampe? Ai cittadini l’invito ad approfondire, se hanno voglia di leggere o rileggere quanto ha contrassegnato la storia di quella piazza ,di cantiere in cantiere. Con l’auspicio che la fruibilità della stessa e degli ambienti ipogei che conducono all’auditorium ” Roberto Gervasio” soddisfino le diverse esigenze di cittadini e turisti.
LA PRECISAZIONE DEL COMUNE
«Non ci sarà alcuna variazione al progetto originario, per le rampe d’accesso alle persone con diversa abilità in piazza San Francesco d’Assisi». A chiarirlo è il sindaco, Domenico Bennardi, dopo le notizie non veritiere che si sono diffuse nelle scorse ore. «La piazza sarà accessibile ai diversabili motori con due rampe -spiega ancora il sindaco- una già fruibile dal lato dell’ex Banca d’Italia; l’altra sarà realizzata dal lato piazza del Sedile. Oggi al posto della seconda rampa si vedono grandini palesemente difformi in colore e tipologia di materiale rispetto alla pavimentazione, perché sono stati realizzati provvisoriamente per garantire gli standard di sicurezza nella fruibilità della piazza durante la festa della Bruna. Infatti, non essendoci il tempo di installare la rampa prima del 2 luglio, non si poteva lasciare quell’accesso a grezzo di cantiere, quindi sono stati installati i gradini provvisori, che saranno presto rimossi per far spazio alla seconda rampa. Come più volte sottolineato -rimarca il sindaco- il cantiere di piazza San Francesco non è tecnicamente ultimato e consegnato, quindi ci sono ancora opere accessorie da realizzare; come la seconda rampa e anche una pensilina più ampia per l’ascensore, che serve a condurre le persone con disabilità negli ipogei. Compatibilmente con le condizioni ambientali e il caldo torrido che sta per tornare, contiamo di ultimare queste opere e completare la piazza prima possibile».
GLI INTERVENTI DI PASQUALE DORIA
Piazza San Francesco: i cittadini avevano il diritto di sapere
“L’Amministrazione comunale, considerata la modica spesa, saprà sicuramente cogliere positivamente l’appello dei cittadini che, con garbo, hanno segnalato un problema di facile soluzione”. Si concludeva così, con grande serenità, una nota sollecitata da quanti, a secco di notizie ufficiali, a giusta ragione, si sono interrogati sulle cause della mancata realizzazione dello scivolo sul lato della strada che costeggia la chiesa di San Francesco d’Assisi. Un interrogativo legittimo, oggettivamente neanche polemico. Non una questione personale, di un singolo consigliere comunale Ma, al netto di evidenti precedenti difetti di comunicazione da parte dell’Amministrazione comunale, apprendiamo oggi, e con soddisfazione, che i lavori non sono ancora conclusi e che le rampe si faranno. Speriamo presto.
Bene. Anzi, benissimo. C’è sempre da imparare, però, disquisiscono in via Moro, sul tema complesso della verità. Dal difetto di comunicazione a quello di memoria il passo è breve. Per la cronaca, le perplessità sulla sistemazione della piazza, in realtà, vengono da lontano, ma non è possibile fare qui la rassegna stampa di un’attività dialogica ultra decennale. Del resto, gli scavi in piazza San Francesco sono avvenuti a più riprese, nel 1947, 1951, 1952, 1959, 1981 … restituendo 141 tombe medievali morfologicamente omogenee. Dato così importante che in fase di dibattito, prima degli ultimi interventi, fu deciso che per il polo di attrazione dell’intera necropoli era naturale pensare alla chiesa rupestre dei Santi Pietro e Paolo situata sotto San Francesco. Non è accaduto, eppure nel frattempo la piazza ha drenato una quantità di risorse che superano qualunque altra piazza cittadina. Chissà se un giorno sarà possibile averne piena contezza.
Sono notizie che hanno lo scopo di far comprendere a chi legge che non serve a niente sollevare letture addomesticate della realtà con l’intento di spostare l’attenzione altrove. Nessun tentativo di confondere le acque o interesse personale. La realtà dei fatti è che i cittadini prima non erano stati informati e adesso, invece, tramite le loro civili domane, veicolate per mezzo di un comunicato stampa, hanno saputo ufficialmente che lo scivolo invocato ci sarà. Strumentalizza chi pensa sempre il peggio. Ciò non toglie – sia consentito, un altrettanto garbato e generoso consiglio – una lettura raccomandata, specialmente se davvero s’intende conoscere le vicende di un’area particolare, autentico spaccato sulle origini del centro storico. Si tratta di un testo di autori vari pubblicato dalla Bmg nel 1986, s’intitola “Matera – Piazza San Francesco d’Assisi – Origine ed evoluzione di uno spazio urbano”. Consultazione più che utile, specialmente per chi ricopre incarichi riguardanti il governo del territorio, anche perché la verità è sempre plurale. Buona lettura.
Pasquale Doria
Matera Civica
Una rampa in via San Francesco, la chiedono i cittadini
I paradossi sono spesso nemici del buon senso. Oggettivamente, cioè, senza pregiudizi, i lavori in piazza San Francesco hanno provocato più di qualche malumore tra i cittadini. Chi deve attraversare quotidianamente questo spazio,lungo via San Francesco, non ha più trovato la comoda rampa che consentiva di muoversi agevolmente. Lo fanno notare le massaie con il carrello della spesa, le mamme con la carrozzina e, soprattutto, i disabili con le stampelle o con la sedia a rotelle.
Il paradosso è rinvenibile nel “bonus barriere architettoniche”, provvedimento statale a favore dei privati, ovvero, un sostegno per tutti quei lavori che vengono svolti nelle parti comuni degli edifici, con l’obiettivo di eliminare la maggior parte degli ostacoli per migliorare la mobilità delle persone soggette a particolari condizioni di disabilità.
Il pubblico sensibilizza il privato. A maggior ragione, il pubblico deve farsi interprete e garante di buone pratiche. Tanto più che per la sistemazione urbana di questo brano del centro storico sono stati investiti fiumi di risorse pubbliche. Inizialmente, non aveva le caratteristiche di una piazza. Effettivamente, l’unico spazio urbano progettato per questo scopo, in centro, era e rimane Piazza del Sedile. Il destino dell’area intorno a San Francesco d’Assisi, in realtà, iniziò a mutare intorno al 1975. Solo dopo s’iniziò a parlare di piazza.
Sollevo questo tema per due ragioni. La prima. Confesso la mia ignoranza, ma la nuova sistemazione e lo sfoggio, si fa per dire, di tanti materiali diversi tra loro non riesco a capirlo. Così come non riesco a leggere nessun disegno che possa provocare anche una minima emozione. Siamo al terzo tentativo – cercare di raggiungere l’Auditorium – ma non mi sembra migliore degli altri.
La seconda ragione. La storia di questo luogo è lunghissima. In parte fu riscoperta negli anni Cinquanta dalla straordinaria direttrice del Museo Archeologico, Eleonora Bracco. Le sue ricerche incontrarono una necropoli di cui nulla si conosceva e fu subito occultata. Cosa rimane di questo passato materano? La domanda è volutamente retorica. Se non è stato possibile valorizzare il passato, sarà il caso di concentrarsi sul presente, sulla qualità della vita. Impresa non impossibile per l’Amministrazione comunale che, per una spesa modica, saprà sicuramente cogliere positivamente l’appello a dei cittadini che, con garbo, hanno segnalato un problema di facile soluzione.
Pasquale Doria
