giovedì, 24 Aprile , 2025
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E Michele, con orgoglio, si è reso visibile

L’Associazione continua a far ‘’Rumore’’, nel nome e di fatto soprattutto durante ricorrenze come il transgender day o visibility, festeggiato venerdì 31 marzo. E l’intervento di Michele, che pubblichiamo più avanti, è stata una opportunità ‘’per gridare al mondo e a una società che ci discrimina, esclude e ignora – come scrive- che noi …esistiamo, , siamo sempre esistite, siamo tante e orgogliose… abbiamo diritto ad esistere ed essere pienamente riconosciute nel mondo dello sport, del lavoro, nei luoghi di istruzione e di cultura come scuole e università, negli spazi politici, associativi e relazionali’’. Persone come tante altre, che hanno diritto a vivere e a contribuire alla crescita di una società dove diritti, rispetto, confronto siano la bandiera del progresso, dell’inclusione e di un mondo migliore’. ll 31 marzo – scrive l’Associazione Rumore-si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale della Visibilità Transgender. Un’occasione preziosa anche in Italia per rivendicare i diritti negati alla nostra comunità e la necessità di promuovere una nuova legge per l’autodeterminazione di genere in superamento della obsoleta 164/82. In Italia essere una persona trans non è cosa facile, ci rendiamo visibili insieme, con orgoglio, da sempre, per portare avanti le nostre lotte.Nel #TransDayOfVisibility ricordiamo che la visibilità è la nostra più grande rivoluzione e che ciascuna identità merita rispetto e piena cittadinanza. Ora più che mai #nonTnascondere, facciamo sentire la nostra voce insieme!#TDOV2023

LA LETTERA DI MICHELE

Oggi, 31 marzo 2023, si celebra il Transgender Day of Visibility, cioè la Giornata internazionale della visibilità transgender*.
Io sono Michele, ed oggi mi rendo visibile in quanto ragazzo trans.
In verità, sono visibile come persona trans nella mia vita quotidiana ogni giorno, in qualunque contesto, perché il mio corpo trans, non conforme alle aspettative della società cis-normata e cis-normante, rappresenta esso stesso un costante coming out.
Ma anche se non fosse il mio corpo a parlare per me, continuerei a cogliere ogni occasione possibile per rivendicare con orgoglio, ogni giorno, la mia transgenerità, perché non voglio chiudere nell’armadio dell’invisibilità ciò che sono.
In occasione di questa giornata, però, voglio far sentire la mia voce in maniera più rumorosa, ed è per questo che ho buttato giù su carta queste parole.
Il 31 marzo, infatti, rappresenta per me, in primo luogo, un’opportunità per gridare al mondo, ad una società che ci discrimina, esclude ed ignora, che noi persone trans* e/o non binarie esistiamo, siamo sempre esistite, siamo tante ed orgogliose, e che le nostre esistenze sono valide e legittime.
La giornata di oggi diventa così un’occasione per prenderci il nostro spazio, così da raccontare in prima persona le nostre storie, i nostri vissuti, i nostri corpi non conformi, e per farlo attraverso la nostra stessa voce, senza che lo faccia qualcun altro al posto nostro, perché di fronte a qualunque dibattito basterebbe ascoltare chi ha la legittimità di prendere parola riguardo la sua stessa esistenza.
La giornata di oggi, però, rappresenta anche un importante momento di lotta e di rivendicazione.

Noi persone trans* e/o non binarie, infatti, rivendichiamo a gran voce non solo la nostra esistenza in un mondo che vuole cancellarci, ma anche il riconoscimento di quei diritti fondamentali che ancora sono negati alla nostra comunità: non siamo ideologie astratte, ma persone in carne ed ossa, che necessitano di diritti.
Portiamo avanti la nostra lotta affinchè venga promossa una nuova legge per l’autodeterminazione di genere, in superamento della obsoleta legge 164 del 1982: vogliamo una legge avanzata che riconosca le nostre vite al di là di lunghi e costosi iter nei tribunali.
Ci vogliamo libere dalle diagnosi e dalla patologizzazione dell’esperienza transgenere.
Ci battiamo per l’affermazione di genere delle persone gender variant in età evolutiva, per il riconoscimento delle nostre famiglie omotransgenitoriali, per l’accesso ai servizi relativi alla salute, con una medicina di genere che sia capace di contemplare la pluralità dei nostri corpi, che sfuggono al binarismo di due soli generi.
Rivendichiamo gli spazi di cui troppo spesso veniamo private e a cui anche noi apparteniamo, lottando contro l’invisibilizzazione e la trans-negatività: abbiamo diritto ad esistere ed essere pienamente riconosciute nel mondo dello sport, del lavoro, nei luoghi di istruzione e di cultura come scuole e università, negli spazi politici, associativi e relazionali.
Li attraverseremo e li arricchiremo, con i nostri vissuti e i nostri corpi trans*, favolosi e visibili. I nostri corpi non conformi, che rappresentano un terreno politico, uno spazio fisico dove possiamo giocarci la nostra rivoluzione in questa società sessista e trans-escludente.
La nostra visibilità oggi è un monito chiaro: ci siamo, abbiamo diritto a tutto, e tutto ci riprenderemo. Buona giornata della visibilità trans* a tutt*.

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