Un articolo sfuggito a molti, pubblicato il 19 luglio su Il Sole 24 ore,senza riscontri e prese di posizione di chicchessia,
che parla di una città divisa in vista del 2019. Divisa, delusa e asservita, aggiungiamo, con scarsa autonomia decisionale e questo non promette nulla di buono. L’entusiasmo della designazione è stato cancellato, attenuato sarebbe già un passo avanti, dalle ‘’mani sulla città’’ per catturare e drenare risorse, con quel piglio di rancore, invidia di quanti a Roma e a Potenza, e con il colpevole silenzio di una parte di quanti ci rappresentano a vari livelli, hanno tutto da guadagnarci a far gestire ad altri una opportunità importante come Matera 2019.Nemmeno Tonino Guerra, noto scrittore, sceneggiatore, artista, e interprete dell’Era dell’ottimismo di questi tempi farebbe sorridere Matera, nonostante la presentazione in prima nazionale del bando Pon di 114 milioni di euro presentato dal Mibact per la promozione al Sud dell’industria culturale. I segnali non sono incoraggianti la Fondazione ‘’ Matera-Basilicata 2019’’, che il sindaco Raffaello De Ruggieri dimessosi nei mesi scorsi dalla presidenza per una scelta di opportunità, l’ha ribattezzata ‘’ Basilicata –Matera 2019’’per evidenziare il ruolo e il peso che la Regione ha avuto e sta avendo nella gestione del programma. Il direttore Paolo Verri e il presidente Aurelia Sole tira dritto e hanno annunciato date e programmi, ma in città da oltre un anno – contrassegnato da veti e da immobilismo- c’è poco entusiasmo. La città con la abdicazione polemica del sindaco Raffaello De Ruggieri ha perso ruolo e peso contrattuale e con un cda che sembra allineato e coperto, tant’è che in molti si attendono il botto ferragostano per sbloccare la vicenda del logo e dei programmi promozionali che attirerebbero sponsor e quindi risorse aggiuntive. Tanto più e lo ripetiamo anche agli ingenui della politica e ai fedelissimi da collegio elettorale unico regionale del ‘’ t’n(i)m ‘mman tutt nuj (abbiamo in mano tutto noi)’’ che Matera 2019 è Italia 2019 come hanno ripetuto in tutte le salse il presidente del consiglio Matteo Renzi e il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini. Matera con la supervisione regionale, chiamiamola così, fare alcune cose ma con l’appiattimento di risorse e di contatti da spalmare in quelle zone, vedi il capoluogo di regione, salvato dal dissesto finanziario ma sulla strada sbagliata e opportunista di sempre: drenare risorse e accentrare potere e funzioni, a scapito dell’intera regione. Le lacrime di coccodrillo sul calo demografico, la riduzione delle classi, la migrazione dei giovani e quella sanitaria confermano che si sta andando in un vicolo cieco e allo smantellamento della Basilicata verso le aree metropolitane di Bari e Napoli. Tutto questo mentre si consumano le polemiche sul Capodanno Rai a rotazione, che quest’anno si farà a Potenza, e poi forse a Melfi, Policoro, Maratea, in base a un contratto di promozione che la Regione ha sottoscritto con la Tv di Stato, e le sparate di un consigliere regionale –Mario Polese- che ha preannunciato dopo lo svolgimento della trasmissione ‘’L’anno che verrà’’ a Potenza anche quella dell’ospedale. Riforme annunciate per il 2020, della quale abbiamo già parlato, con la istituzione di una azienda sanitaria unica regionale e di una ospedaliera unica con sedi gestionali a Potenza. Cosa annunciate, non smentite nel tono e nella sostanza, dal presidente della giunta regionale Marcello Pittella e dall’area di appartenenza. L’importante è che non si trascenda con le terapie augurali d’urto all’oncologico di Rionero, per la cura di situazioni da stress da delusioni politiche. L’arroganza e il campanile non pagano come pure le intromissioni subdole o palesi nelle guida del Comune di Matera. L’Arca di Noè,la eterogenea coalizione di civiche, partiti di destra, centro e sinistra, che ha eletto Raffaello De Ruggieri, aveva preannunciato autonomia …e invece siamo ai diktat da collegio e partito unico regionale, come sta accadendo al Comune di Potenza. Situazioni di continuo compromesso, ricatti,manovre dal respiro corto. Qualcuno l’ha definito un clima pesante associando, con qualche forzatura, la gestione politica della Basilicata a quella della Turchia.Siamo al regolamento dei conti sulla linea del ‘’chi non è con me è contro di me’’. Ma la gente di Basilicata ( i Lucani sono un popolo fiero del passato che popolava solo il versante potentino e di questa terra e in parte quello campano)non ha l’anello al naso e si ricorderà di principi, feudatari, vassalli,opportunisti e laquais,al momento opportuno…La scelta per il Referendum istituzionale è tra questi. Non mandiamo in ‘’carrozza’’ a Roma quanti stanno distruggendo la Basilicata. Matera ha avuto momenti importante di riscatto contro i soprusi di ogni genere. Ricordiamocelo.
L’ARTICOLO DE IL SOLE 24 ORE
Matera, la città divisa che nel 2019 sarà capitale europea della cultura
Di Mariano Maugeri
A Matera ci sono quattro taxi, se andate nella città dei Sassi, Capitale europea della cultura 2019, siete avvisati. David Gentile, uno dei quattro, scandisce in successione tutti i mezzi privati di trasporto: “Quattro taxi, 11 calessini (leggi Motoape), 16 autonoleggi e 40 abusivi”. Gentile è uno che risponde alle domande con altre domande. Il suo pensiero è basico: “Non servono più taxi, ma controlli da parte del Comune”. Tra le priorità dimentica di dire che non esiste un numero verde unico per taxi e calessini. Ognuno per sé, nella migliore tradizione. La bestia nera dei tassisti sono gli abusivi. Ma di turisti ormai ne arrivano a vagonate, dovrebbe esserci lavoro per tutti.
Gentile dissente: “Rimangono un giorno, massimo due”. La sua profezia sul 2019 è catastrofica: “La città è fuori controllo”. Il tassista è uno che i giornali li legge. Ed è una lettura poco edificante. Ad un anno dal suo insediamento, Raffaello de Ruggieri si è incagliato sul rimpasto di giunta. Anna Selvaggi, albergatrice di Ferrandina, assessore alle Attività produttive e al Turismo, si è dimessa un mese fa lanciando accuse pesanti: “Mi hanno impedito di lavorare”. Forse la Selvaggi ha annusato che sarebbe stata una delle vittime di un interminabile avvicendamento di giunta.
De Ruggieri non decide, e pure Marcello Pittella ha liquidato tre assessori tecnici rimpiazzandoli con due politici. A parte le alchimie politiche, la città è ancora divisa come alla vigilia delle comunali di un anno fa. Il sindaco ne ha preso atto. E forse farebbe bene a ricordarsi le parole con le quali presentò la sua squadra all’alba del 13 luglio del 2015: “Abbiamo di fronte una chance epocale: trasformare Matera in una città europea”. Non è solo colpa di de Ruggieri. Anche l’azionista di maggioranza, Emilio Nicola Buccico, ex senatore di Alleanza nazionale ed ex sindaco di Matera, farebbe bene ad allentare le briglie su una coalizione che dire frastagliata è poco. Fratture e conflitti si moltiplicano a tutti i livelli. Tra Regione Basilicata, Comune e Fondazione Matera 2019, i tre partner e soci della capitale europea, solo quest’ultima marcia secondo il cronoprogramma. La madre di tutte le questioni, quella infrastrutturale, era esplosa davanti la platea dei giovani industriali riuniti a Santa Margherita Ligure.
Il premier Matteo Renzi era andato giù piatto: “C’è un dato incontrovertibile: Matera è irraggiungibile”. Paolo Verri, seduto in quarta fila, provò a rintuzzare citando le ferrovie Appulo Lucane, le Fal, che collegano con una linea a scartamento ridotto Bari-Matera. Allo stato ci sono poche corse e con tempi di percorrenza di un’ora e venti minuti. I lavori per velocizzare la tratta sono in corso. Verri fa il pragmatico: “Basterebbe aumentare le frequenze e far partire ogni ora un treno senza fermate intermedie”. In questo modo si scenderebbe sotto l’ora, un tempo più che ragionevole. Ma le Fal incorporano la memoria novecentesca della lentezza estenuante e dello scartamento ridotto. Slow train non è come slow food. “Adesso le carrozze sono nuove e confortevoli” si accalora Verri, al quale tocca trovare risposte compatibili con la scadenza inderogabile del 2019.
A patto che, come nella vicenda dei taxi, qualcuno si preoccupi di inserire gli orari delle Fal in quelli di Trenitalia, da sempre separati. Guai a semplificare la vita ai turisti che continueranno ad arrivare da mezzo mondo. Sembra la fine, ma in realtà è l’inizio della querelle. Il sindaco de Ruggieri è in disaccordo con Verri – non solo sulle linee ferrate – e continua a ripetere a chiunque incontri, premier compreso, che la tratta ferroviaria Ferrandina-Matera è una delle incompiute d’Italia. Ferrandina, dice il sindaco, è un nodo strategico e consentirebbe di collegarci non solo con la rete di Trenitalia, ma anche di connettersi con l’alta velocità a Salerno. Le Appulo lucane, in fin dei conti, sono solo littorine. E poi un collegamento alternativo a Bari avrebbe per i materani un valore incomparabile. Peccato che il governatore della Regione Basilicata, Marcello Pittella, la pensi in modo diametralmente opposto: “La Ferrandina-Matera? Equivale a buttare dalla finestra 70 milioni”.
La metafora delle infrastrutture racconta quale sia la sintonia fra i tre protagonisti di Matera 2019. L’ingegnere idraulico Aurelia Sole, rettrice dell’università della Basilicata e presidente della Fondazione, per mestiere pedina i percorsi dei fluidi, traiettorie ben più leggibili di quelle umane. Mentre governatore e sindaco dissentono, gli assessori si dimettono e i tassisti non cooperano con i calessini, la neopresidente della Fondazione lima il cronoprogramma che il 12 ottobre illustrerà a una commissione di esperti europei. Resta ancora in sospeso, a causa di opinioni divergenti, lo schema di governance, il documento sul quale si concentreranno le attenzioni di Bruxelles”. La Sole precisa: “A noi toccano i contenuti culturali, in preparazione dei quali ci ritireremo, come la Nazionale di calcio. Alla fine di giugno siamo stati in ritiro a Tito e a Marconia. L’appuntamento, che abbiamo chiamato build up, ormai alla seconda tappa, è un percorso che abiliterà gli operatori culturali locali alle produzioni internazionali: durerà sei mesi e alla fine selezioneremo 75 esperti”. Aurelia Sole ci tiene a separare il contenuto dai contenitori, che “sono compito di altri”. Cosa accadrà se un vagone viaggia più velocemente di un altro, in organizzazione che dovrebbero essere sincroniche ? La rettrice confessa di essere “un po’ preoccupata”.
L’isolamento non è ancora conclamato, ma potrebbe manifestarsi a partire dall’autunno. A meno che non ci siano due sterzate: una di Bruxelles verso l’indulgenza, un’altra del Comune in direzione dell’efficienza. Se non accadesse, i materani dovranno tenere ben a mente lo spettacolo che va in scena da più di 600 anni ogni due di luglio, quando si festeggia la Madonna della Bruna. Alla fine della sua precipitosa corsa verso la cattedrale, il carro di cartapesta viene spolpato pezzo a pezzo dai fedeli ed esibito come trofeo. Sembra la cronaca di Matera 2019.
TAG: Politica, Matera, Mariano Maugeri, Fondazione Matera 2019, Raffaello de Ruggieri, Capitale europea della cultura 2019
ARTICOLI CORRELATI Matera 2019, vietato fare errori

non è vero in Danimarca nella penisola dello Jutland c’è una città più irraggiungibile di Matera si chiama Aarhus ed è la principale città dello Jutland e nel 2017 l’anno prossimo diventa capitale europea della cultura ma il suo aeroporto non ha voli internazionali diretti nemmeno con i più grandi aeroporti europei come Londra Francoforte e Amsterdam. C’è un altro aeroporto a Billund a 100 km da Aarhus ma non è servito dalla ferrovia. qui sto parlando di una città di quasi 400 mila abitanti altre città europee di questo numero di abitanti hanno voli internazionali diretti.
Matera tutto sommato è collegata a Bari dove c’è l’aeroporto internazionale tramite la ferrovia.
caro amico hai centrato i problema : se i servizi trasportistici facessero rete a cominciare dal coordinamento delle coincidenze non ci sarebbero problemi. La realtà è un’altra e la mediocrità di quanti ci rappresentano aumentano malumori e disservizi. Matera 2019 sotto questo aspetto parte con una pallla al piede