E’ un formidabile invito ai lucani a credere nelle proprie possibilità la sostanza del messaggio del nuovo spettacolo “Arpiamoci e partite” di Dino Paradiso e Daniela Ippolito di cui ieri sera, nel suggestivo scenario di Piazza San Pietro Caveoso -nel cuore dei Sassi di Matera- è stato offerto un assaggio. La lentezza tipica dei lucani, richiamata come un mantra negli spettacoli di Paradiso, questa volta è stata per altro provvidenziale anche per quegli spettatori ritardatari di questa serata del Matiff e che hanno così potuto godere di questa anteprima che ha anticipato l’assegnazione a Trudie Styler, l’attrice, produttrice, ambientalista e attivista per i diritti umani (tra l’altro moglie di Sting – che una voce fatta girare ad arte ha creato l’attesa di una presenza in loco di quest’ultimo), del premio “Pasolini Città di Matera“, prima della proiezione del suo “Posso entrare? An Ode to Naples”. Con “Arpiamoci e partite” -spiegano Dino e Daniela- si vuole capovolgere l’assunto corrente per cui sarebbe colpa di questa nostra terra, sconosciuta ai più fino a poco tempo fa e per giunta gravata da due nomi, la impossibilità ad emergere, ad affermarsi e ad avviare qualsiasi altra attività. Con tutta la crisi di identità che si è dovuta metabolizzare nel tempo per colpa di quell’oscuro dignitario bizantino -messo ovviamente alla berlina nel recital- che ad un certo punto decise che questa terra non si dovesse chiamare più Lucania (come era già molto nota all’epoca) ma Basilicata. Ebbene questa “strana coppia” composta da un comico e una arpista, tra il serio ed il faceto intende dimostrare, con fatti alla mano che, addirittura nell’800, vi sono stati lucani ingegnosi che si sono affermati nel mondo, senza che questa terra abbia costituito un gap. Nello specifico si parla della vicenda dei viggianesi che all’epoca si sono costruiti, non un “cupa cupa“, bensì uno strumento molto più complesso che chiamarono “arpa” (ma del tutto casualmente, racconta Paradiso, per la storpiatura delle parole della madonna del posto, “incazzata nera” ovviamente, per tutti questi compaesani che andavano via, comportante il rischio che non ci fossero braccia sufficienti a portarla a spalla giù dal monte dove dimora abitualmente) e che con questo strumento -non solo musicale ma di lavoro- partivano verso le capitali europee (anche con le famiglie) dove si guadagnavano da vivere suonando, per poi ritornare a casa. E c’è anche spazio pe la “madre delle rivelazioni“: la storia di Remì da chi sarebbe stata ispirata? Ma dai bimbi viggianesi che accompagnavano i propri genitori nelle strade delle capitali europee, ovviamente! Insomma, come avevamo sostenuto nell’annunciare l’evento di questa sera, a questo nuovo spettacolo -di cui al momento non è noto quando sarà possibile vederlo in versione integrale- non solo si ride a crepapelle, ma c’è tanto da imparare e da apprezzare. Infatti, alle già note doti di mattatore di Dino Paradiso, si aggiungono quelle della straordinaria musicista Daniela Ippolito ribattezzata per l’occasione “Artipista“, che saranno una grande sorpresa per chi non la conosce ancora. Comunque, prima che salissero sul palco del Matiff questa sera, hanno spiegato in modo scoppiettante ed in esclusiva per i lettori di Giornalemio.it la genesi e la sostanza di questa loro fatica, godetevela:
Il MATIFF – giunto alla quinta edizione – prosegue fino al 28 settembre con un programma fitto di eventi e di attività, seguiamolo qui: https://www.facebook.com/MatiFFMATERA.
…..ed eccovi anche un assaggio della parte musicale di “Arpiamoci è partite“:

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