Cabaret con un dialetto materano al teatro Duni per la serata di “Faci’jm uasciazz’’ legato a storie moderne, come la ventata nuova procurata dai flussi turistici di Matera 2019 che obbligano a imparare l’inglese e a farsi tentare dalle seducenti bellezze straniere che calano nella Città dei Sassi. Ma a tutto c’è un limite e l’invito parola d’ordine è ‘’accr(i) sc(i)lè’’, corteggiamento, attenzione, che le donne come Nunziatina (interpretata dall’ottima Lia Trivisani) lanciano agli uomini , al proprio consorte il cameriere Damièn, Damiano Montemurro, interpretato da dinamico Pasquale Cancelliere,per recuperare amore e rapporti minati dai tradimenti favoriti dalla tecnologia e in particolare dai social, come facebook, che mettono in rete vizi e virtù di chicchessia.
Risate a crepapelle, tanta ironia, professionalità per il numeroso pubblico accorso per ” “Faci’jm Uaciàzz “, promosso dal gruppo facebook “Sei di Matera se…” e dall’associazione culturale “Polvere di stelle”. Siamo in Quaresima ma sul palco sembrava di essere a carnevale con una miriade di battute al fulmicotone e tanto colore, a cominciare dalla mise da bandiera americana del presentatore materano Antonio Serravezza e dagli avventori accorsi sul palco del vecchio Duni , che ha ospitato il bar ” Sei di Matera se…Caffè”.
Quasi un porto di mare frequentato da turiste straniere, come sta accadendo con i flussi turistici di Matera 2019, con un attempato cameriere materano Damiano,interpretato da Pasquale Cancelliere ” Dami” per le avvenenti ospiti , che attacca bottone comunque in una lingua tutta sua fatta di gesti, consigli e qualche doppio senso. Chissà spera di rimorchiare, con un parrucchino (pare impostogli dal gestore) per nascondere la calvizie, e racconta di tutte le vicissitudini di un rapporto di coppia che va avanti stancamente da oltre 30 anni, tra presunte prevaricazioni e una libido da attrice hard (o lard?) che vorrebbe il tapino subire le sadiche attenzioni della consorte, Nunziatina. E Dami racconta con frasi a effetto e considerazioni, rafforzate gesticolando, che ricorda come le donne negli anni cambino umore abitudini, finanche la voce, colore e umore proprio come un melone a riuscire…
Ma poi mette in guardia sui tranelli dell’alcova: “ La famm’n i cam na frasciar…la donna è come un braciere’’ ma ci si può arroventare.. e poi ‘’ti guarda con tanto di muso per terra… E quando vogliamo gattonare, ‘’fare i vermi’’ lo si vuole fare alla luce del sole, aprendo imposte e finestre.. perche mi vuole vedere in faccia’’. Damien è lucido nella descrizione dei preliminari, con i segnali a rendersi presentabile e l’invito a tagliarsi la barba… senza dimenticare –osserva che lei tieni ha i peli lunghi e incolti (quont tont). Damien subisce e si “crepa in corpo’’. Ha tanta paura perché viene da una famiglia di cacaroni, che se la faceva addosso sin da piccolo a causa di una madre ‘’marescialla’’ che faceva buttare giù dal letto alle 5.30 l’intera famiglia quando il padre, muratore, andava a lavorare. Una decisione per rassettare, nell’eventualità che venisse a far visita qualcuno, poi tutti intorno al tavolo, per lavare a terra e guai a muoversi per andare al bagno con il rischio di farsela addosso. ‘’ Vagn da na famugghj d’ pocc(i)’’ dice allargando le braccia Damien ‘’da una famiglia di pazzi ed ecco perché sono cacarone…me la faccio addosso’’.
E poi i racconti du ‘’Nonnà’’ del Nonno, che lo rimbambiva di similitudini incomprensibili sul fatto che a 10 anni lui ne dimostrava 13. Per fortuna che il lavoro dà soddisfazione al Caffè internazionale di Sei di Matera se…E con gli avventori si imparano anche le lingue: “Baguette? Da noi uno strafagghjon…’’ e su Drink….Bere, con un primativ, lo spumante? Certo ma attenzione ca dè alla chep… può dare alla testa’’. Non sono mancati, nel disperato monologo al fulmicotone, gli apprezzamenti alla moglie Nunziatina (che ti sei messa in testa lo scimmion ( chignon?) dopo essersi introdotta nel locale per verificare alcune stranezze comportamentali del marito. La consorte, infatti, sospetta a sua volta che qualcosa non va nell’atteggiamento di Damien per i tanti venerdì passati fino a tardi nel bar ” Sei di Matera se…Caffè”. E così si mescola alle avvenenti turiste travestendosi da spagnola e scoprendo sul fatto il savoir faire del dinamico cameriere, fin troppo galante e disponibile con le ospiti, interpretate da da Giusy Festa, Vincenza Cappiello, Maria Grazia Massaro, Cristina Marazia Saltano così parrucchino e identità , con conseguenti smascheramenti sul campo, che alla fine portano dopo inevitabili scenate e alla riappacificazione fra i due.
Ma è anche l’occasione perchè la signora Nunziatina, con un diavolo per capello, come accade per tutte le donne innamorate, descriva in senso moderno l’evoluzione della filiera dei tradimenti dagli anni Ottanta ai giorni nostri. ‘’…Bei tempi quando non c’era il telefono. Si sospettava ma non c’era certezza :finiva tutto o quasi nel silenzio di un pagliaio. Poi il telefono muto con lo squillo rivelatore ( anche con i contratti duplex) e oggi sms e facebook, che consente anche all’ altro partner di scoprire gli interessati ”Mi Piace”. Voce e gestualità di Lia, di pari energia a quella di Pasquale Cancelliere, consentirebbero di apprezzare questa arringa teatrale dei nostri giorni e le coloriture di un neologismo dialettale come “fotoshop”.. trasformato in “fotoshoppata”, per descrivere le foto modificate e prese dall’alto che fanno sembrare avvenenti anche chi non lo è, inducendo all’equivoco.
E poi i doppi sensi su quel pezzo di cervello (romanticismo) che finisce per compensare quello che manca altrove….Ma alla fine l’amore va salvato e poi basta chiarirsi, tra sottomissioni da zoosafari, rinunce per passare a un tango conciliatore. Il tutto in un dialetto immediato, senza equivoci, dai suoni interpretativi che sono musica per le orecchie della tradizione. E interessante è stata la piece sulla Cenerentola ingarbugliata, ma con ritmi più lenti, delle brave attrici della compagnia Polvere di Stelle, diretta da Lia Trivisani. Sul palco sono si sono esibite Paoletta Palumbo (Cenerella),Raffaele Paolicelli (principe), Imma Rondinone (la strega Grimilda), Alba Danzi (la fata turchina) Viviana Festa ( la fata smemorina) Anna Maria Di Cesare, Antonella Montemurro e la accetturese Simonetta Marzano nei panni delle sorellastre e della matrigna. Un esordio convincente, con alcune individualità interessanti, per queste ragazze hanno dimostrato di avere stoffa, anche per gli abiti indossati e preparati per l’occasione da Barbara Albanese.
Quanto alla storia,anche questa attualizzata, ha messo in luce le prevaricazioni di un principe burino … dei salumi e figlio del re della salsiccia e dai comportamenti triviali che hanno indotto la semplice ma attenta Cenerentola a rinunciare ai soldi e a un matrimonio sognato da tempo, che però non le avrebbe dato la felicità. Una scelta controcorrente ma che le ha evitato tante violenze, ma non certo i battibecchi con le sorellastre sfruttatrici e invidiose come è nella storia della favola ufficiale. Esilaranti alcuni episodi della storia di Cenerella, la Cenerentola moderna che telefona al call center 24-24 per contattare una fata ma alla fine arrivano maghe e fattucchiere che le rimediano , tra uno scaricabarile e l’altro, un abito rosa e scarpette d’argento trafugate a Biancaneve, in attesa di svegliarsi dal sonno ventennale per il suo Principe Azzurro.La strega,in nero, è in grado di fare fatture e di procurare accidenti del cactus e poi la fata turchina che si è occupata –come ricorda il Grillo Parlante- di Pi -Finocchio il figlio del falegname. Hanno strappato risate e commenti i dispetti di Cenerentola che lucida le unghie delle sorellastre con lo spazzolone del water e gli apprezzamenti per la peluria diffusa, nonostante il trattamento dell’estetista, che richiederebbe un tosaerba per depilarle a dovere.
La serata ha offerto tanti motivi di interesse con le musiche di Claudio Mola, i canti coinvolgenti come “La Cerasa…con il trascinante Ueh, ueh Lass a ‘mmant e ven cum mmè”’’ e altri di Rino Locantore, le esibizioni delle ballerine di pizzica dell’associazione Ragnatela Folk. Sipario e applausi finali con la sorpresa di Antonio Serravezza che ha regalato un ”cuccù” ai protagonisti e una targa al regista Geo Coretti e allo staff di Blu video per avercurato gli aspetti tecnici e organizzativi dell’evento. Si attende,è immaginabile, una replica magari estiva dello spettacolo. Qualcuno ha suggerito all’ecclettico Antonio Serravezza di aprire per davvero un caffè dedicato ai materani, che sarebbe frequentato non solo dai 15.000(?) aderenti alla pagina facebook di “Sei di Matera se…’’ ma anche da turisti. La gestione? Ma va affidata a Damien ‘’Dami’’ e a ‘’Nunziatina’’. Incassi garantiti. Attendiamo l’inaugurazione.
