Cosa può esserci di peggio di un governo e suoi ministri che si scagliano contro l’esercizio del diritto di sciopero da parte dei lavoratori, arrivando ad una pretestuosa precettazione, e facendo passare i lavoratori come se gente che “fa filone ” al lavoro, dimenticando che chi sciopera perde una giornata di stipendio? Che tutta questa acredine provenga da un sindacato che non si limita, legittimamente a non aderire, ma attacca duramente le altre sigle promotrici della protesta e ci goda anche per le scarse adesioni di qualche categoria. E’ quanto ha fatto e sta facendo -ma non è nuovo a questo comportamento- la CISL con i duri attacchi portati nelle giornate immediatamente precedenti allo sciopero per bocca del suo segretario nazionale che è stato a Potenza. Ma anche con comunicati come quello che riportiamo a seguire che titola “Sciopero Cgil e Uil, ha aderito lo 0,3% su 1.507 addetti dell’agroalimentare“, perchè secondo gli estensori avrebbero “capito che la natura della protesta aveva soltanto il sapore di una protesta politica, ideologica e che non avrebbe fatto avanzare di un centimetro le tutele e le conquiste del mondo del lavoro.” Un sindacato talmente spiaccicato sulle posizioni del governo che non ha paura di usare lo stesso lessico nel bollare come “protesta politica, ideologica” quella odierna. Come se -volendo utilizzare questo taglio sprezzante- la scelta della CISL non fosse anch’essa una scelta politica ma di segno opposto, ovvero a sostegno del governo Meloni. Facendo finta di dimenticare che le lotte sindacali sono e sono state tutte e sempre lotte politiche, perché sempre tese a contrastare con la lotta, le manifestazioni, gli scioperi, le scelte politiche a danno del mondo del lavoro operate dai datori di lavoro e/o dai governi di volta in volta in carica. Come dicevamo non è la prima volta nella storia sindacale italiana che la Cisl ha diviso l’unità sindacale. Ma ecco a seguire il comunicato stampa diffuso dalla Cisl lucana con una pignoleria padronale a sottolineare che: “Sciopero Cgil e Uil, ha aderito lo 0,3% su 1.507 addetti dell’agroalimentare.” Con un godimento assolutamente autolesionistico per una organizzazione sindacale che oggettivamente indebolisce (in una fase in cui proprio non ce n’è bisogno) il diritto fondamentale dello sciopero nel momento in cui è così pesantemente sotto attacco. Ma tant’è!
“Il dato che emerge -si legge nella nota- dalle adesioni allo sciopero vicino allo zero indetto da Cgil e Uil dimostra con chiarezza che i lavoratori e le lavoratrici della Basilicata del settore agroalimentare hanno capito che la natura della protesta aveva soltanto il sapore di una protesta politica, ideologica e che non avrebbe fatto avanzare di un centimetro le tutele e le conquiste del mondo del lavoro. Emblematico è il dato che viene fuori dalle grandi realtà industriali del settore alimentare e della forestazione:
FERRERO: su 348 addetti solo 4 scioperanti;
BARILLA: su 142 addetti solo 4 scioperanti;
COCA COLA : su 90 nessun scioperante;
CONSORZIO DI BONIFICA FORESTAZIONE : su 412 nessun scioperante;
CONSORZIO DI BONIFICA IDRAULICO: su 212 solo 2 scioperanti.
Premesso che va sempre rispettato il diritto allo sciopero e chi lo esercita, un dato cosi basso di adesione dovrebbe far riflettere soprattutto le organizzazioni
sindacali che lo hanno indetto. I lavoratori hanno ben chiaro quali sono state le ragioni della Fai Cisl di non aderire perché la protesta fine a se stessa non
avrebbe portato nessun beneficio alle condizioni economiche e sociali dei lavoratori lucani. Come Fai Cisl pensiamo che sia importante stare agganciati ai tavoli della contrattazione, continuare il confronto su tutti i tavoli istituzionali nazionali, regionali e con le aziende agroalimentari presenti sul territorio lucano per cercare
di migliorare le condizioni dei lavoratori della Basilicata. E proprio su questo aspetto è necessario che la Regione Basilicata rispetti l’impegno assunto nell’ultimo incontro per i 2550 lavoratori della forestazione di pagare entro fine mese gli stipendi. Ci auspichiamo che questo ritardo sia utile a mettere in pagamento oltre la retribuzione di ottobre anche quella di novembre.” Se questo è fare sindacato….nel mentre si segnalano in tutto il Paese massicce adesioni tra i lavoratori. Non a caso ci sono stati oltre 100 sindacalisti della Cisl che hanno contestato la scelta di non aderire ed hanno sottoscritto un appello ricordato da Savino Pezzotta in questa intervista a Radio Radicale: https://www.radioradicale.it/scheda/745515/intervista-a-savino-pezzotta-su-appello-alla-cisl-contro-la-decisione-di-non-aderire
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