martedì, 8 Luglio , 2025
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Cgil-Cisl-Uil unite in questo 1° maggio dedicato alla sicurezza sui posti di lavoro

Certo che è incoraggiante, ma temiamo destinato a durare le 24 ore di questa giornata, rivedere le tre maggiori confederazioni italiane sfilare nello stesso corteo e calcare lo stesso palco, come non accade oramai da tempo. Ma la data è troppo simbolica per il mondo del lavoro e lo stesso tema messo al centro della stessa -la sicurezza sui posti di lavoro- hanno fatto si che le differenze che segnano le loro strade da tempo si ricomponessero in questo primo maggio 2025. E’ successo in tutta Italia ed anche a Matera, dove prima un corteo e poi un comizio con i tre segretari generali della Basilicata di Cgil, Cisl e Uil hanno dato corpo e sostanza alla Festa dei lavoratori…e in cui c’è davvero poco da festeggiare, purtroppo. Con il sangue che lastrica i posti di lavoro ogni santo giorno, il lavoro sempre più precario, le tante crisi aziendali e i salari che continuano ad essere insufficienti al sostentamento delle famiglie. Tutto questo è stato ricordato negli interventi che si sono succeduti dal palco e assicurato che sarà al centro dell’impegno da portare avanti con l’azione sindacale. Come dicevamo, il raduno dei partecipanti c’è stato nel piazzale antistante la sede della Provincia di Matera da cui si è snodato il corteo che, attraversato via Ridola ha raggiunto via del Corso, dove nello slargo dinanzi all’ex Banca d’Italia si è tenuto il comizio dei segretari generali regionali della Cgil Fernando Mega, della Cisl Vincenzo Cavallo e della Uil Vincenzo Tortorelli, preceduti da testimonianze di delegati e delegate dai posti di lavoro e le testimonianze di chi è stato coinvolto nel dramma degli incidenti sul lavoro. Morti e infortuni sul lavoro in crescita, anche nella nostra regione, dove è diventata una vera e propria emergenza (il 2024 è stato l’anno peggiore con 1.000 vittime in Italia -3 al giorno- e 16 in Basilicata: 12 in provincia di Potenza e 4 in quella di Matera) per un totale di 3.534 denunce di infortuni in tutti i settori, nove ogni giorno, portando la Basilicata ad essere etichettata come “zona rossa” per il numero di morti sul lavoro e prima in Italia in rapporto alla popolazione sul territorio. E il 2025 è cominciato male con già quattro vittime dall’inizio dell’anno. Una situazione che richiede non rituali annunci da parte delle autorità di governo ma investimenti sostanziosi e cancellazione di norme come quelle sui subappalti. Una situazione generale determinata da un sistema che non tiene più al centro il lavoro, ma l’impresa e il profitto. Particolarmente significativa ed emblematica ci è sembrata questa riflessione fatta a margine di questa giornata da un sindacalista di lungo corso, Ottavio Lunati, che dice: “Per il 1 Maggio di quest’anno CGIL CISL UIL hanno indicato come tema centrale la tutela dei diritti a partire dalla sicurezza sui posti di lavoro. Il presidente della Repubblica Mattarella in queste ore evidenzia la necessità di aumentare i salari e che le famiglie non reggono più l’aumento del costo della vita. Io penso che ci sia una stretta connessione tra i due temi, che purtroppo portano l’Italia all’ultimo posto fra i paesi cosiddetti industriali. È colpa del sindacato? A mio avviso il sindacato ha sofferto di un eccesso di responsabilità. Negli ultimi decenni, a fronte delle varie situazioni di crisi nazionali ed internazionali, di modifiche normative all’ insegna della mano libera all’ imprenditoria, la scelta di moderazione del sindacato, per affrontare i momenti difficili per tutta la comunità in attesa di tempi migliori, è stata pressoché inutile, generando anzi malessere e sfiducia. Ma le responsabilità più gravi sono degli imprenditori, i veri vincitori, come dice Warren Buffet, della lotta di classe. Tranne rare eccezioni, è scomparso il ruolo sociale dell’impresa, esiste solo profitto e sfruttamento. Una visione miope, perché un’equa redistribuzione del reddito produce benessere per tutti e quindi anche a vantaggio dell’impresa. Ed ancora più grave è la responsabilità della politica, senza eccezione alcuna, inerme e spesso complice di un sistema in cui il divario tra ricchi e poveri si amplifica sempre di più. Si può invertire la rotta?. Io penso di sì. I referendum di giugno e non solo, sono un grande segnale che viene dal sindacato ed è una strada su cui continuare con forza e determinazione. I lavoratori lo hanno capito e ne è prova l’aumento delle iscrizioni al sindacato. Se cambia anche l’impresa e la politica, si può fare una “politica della buona occupazione”. Che significhi lavorare per vivere, e non vivere per lavorare. Con salari adeguati, rispetto dei diritti e condizioni di lavoro in cui nessuno deve rischiare la vita per fare mangiare i propri figli. Viva il primo maggio.” 

A seguire l’intervento del segretario regionale della UIL Vincenzo Tortorelli.
L’obiettivo di far diventare la Basilicata da “zona rossa” per morti ed incidenti sul lavoro a regione “Zero Morti sul lavoro” deve diventare una priorità. E’ possibile raggiungere il traguardo “Zero Morti sul lavoro” – come abbiamo ribadito alla Giunta Regionale, in occasione della riunione del 13 marzo del Comitato Regionale di Coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro – prima di tutto attraverso un “Patto regionale per la sicurezza sul lavoro”. Un’iniziativa che mira a coinvolgere istituzioni, imprese, sindacati e associazioni di categoria per definire azioni concrete e condivise per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. La sicurezza sul lavoro non può essere un tema secondario né affrontato solo in termini burocratici. È necessario un cambio di passo con un approccio integrato che metta al centro la prevenzione, il controllo e la formazione. Pensiamo a un tavolo permanente sulla sicurezza, come primo passo per un impegno strutturato e duraturo. Quattro le priorità:
1. Maggiore prevenzione per ridurre i rischi nei settori più vulnerabili come edilizia, agricoltura e logistica.
2. Rafforzamento della vigilanza e delle ispezioni, anche attraverso un piano straordinario di assunzioni presso gli enti preposti, come l’Ispettorato del Lavoro e le ASL.
3. Investimenti nella formazione, rendendo obbligatori percorsi formativi periodici finanziati dalla Regione in collaborazione con le parti sociali coinvolgendo le scuole.
4. Ammodernamento ed adeguamento delle strade specie quelle dove si registra il più alto numero di incidenti di lavoratori che devono raggiungere la fabbrica, il posto di lavoro. Chiediamo alla Regione Basilicata di farsi promotrice di questa iniziativa con azioni concrete e un impegno chiaro per la tutela della vita e della salute dei lavoratori. Ma con la parola sicurezza oggi vogliamo porre al centro dell’impegno del sindacato il lavoro buono, il lavoro stabile, il lavoro dignitoso. Occorre intervenire sulle gare al massimo ribasso e sugli appalti a cascata, dove si annidano i maggiori rischi per i lavoratori perché si punta a risparmiare per aggiudicarsi l’appalto e si risparmia sulle spese per la sicurezza. La vita dei lavoratori non è un costo. Un Primo Maggio per rivendicare un lavoro sì sicuro ma soprattutto non precario e più dignitoso. È la dignità delle persone che è in discussione. In questi giorni in tanti hanno ricordato Papa Francesco: non bisogna solo limitarsi al riconoscimento della sua vita dalla parte degli ultimi, del mondo del lavoro precario. Bisogna mettere in pratica il suo messaggio, se si è credenti”. A questo link, trovate l’intervento del segretario generale della Cgil Fernando Mega:

Mega (Cgil: “Senza lavoro e senza lavoro di qualità non c’è futuro per la Basilicata”.

Non disponiamo dell’intervento del segretario della Cisl che aggiungeremo appena sarà possibile.

Vito Bubbico
Vito Bubbico
Iscritto all'albo dei giornalisti della Basilicata.
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