POMARICO – Aristeo, chi era costui? Per la prima volta ne ho scritto nel 2018. Per l’ultima nel a dicembre 2020. Qualche giorno fa, ad un tratto, dopo gli scatti con il professionista materano Paolo Irene, architetto che non disdegna cantare e fratello dell’anche più noto Nando, attore in ultimo della fiction “Imma Tataranni, sostituto procuratore”, l’annuncio dell’accordo siglato fra il sindaco di Pomarico, Francesco Mancini, il presidente ed ad “Terre di Aristeo”, Antonio Miele e Saverio Lamiranda per “il protocollo della proposta di albergo diffuso da realizzare a Pomarico nell’ambito del Progetto Pilota Terre di Aristeo in Basilicata ‘il turismo esperenziale di comunità’, un progetto pilota per il ripopolamento e la rigenerazione dei borghi e dei paesi lucani”. L’albergo diffuso. Idea tutt’altro che nuova. Epperò sempre sviluppata dall’idea, anzi dal bisogno forse, di utilizzo a fini turistici delle case vuote ristrutturate nei paesi abbandonati; oppure almeno nei pezzi di paese lasciati in qualche modo all’inutilizzo. Il lancio dell’idea punta a “150 unità abitative (9mila metri quadrati), localizzate nel centro storico, oltre a spa, biblioteca, teatro, palestra, ristorante, per un investimento di 40 milioni di euro”. Ché “il Progetto Pilota Terre di Aristeo prevede la realizzazione, complessivamente, di almeno 2mila ‘unità di accoglienza turistica’ prevalentemente attraverso l’adeguamento, la ristrutturazione e l’ampliamento di strutture esistenti in oltre 30 comuni lucani di cui sei in provincia di Matera (oltre Pomarico, Matera, Gorgoglione, Policoro, Scanzano Jonico e Tursi) che diventeranno ‘Destinazioni turistiche’”. Fra Mancini e Terre di Aristeo la relazione risale anche a prima del 2018. Sempre nell’ottica della volontà di ripartire, esigenza diventata anche più pressante dopo la frana di corso Vittorio Emanuele e zone limitrofe del 2019 (sotto il rione Castello inquadrato nei radar di questa forma di sviluppo): “quale opportunità per rilanciare il centro antico, le case dismesse, favorire il ripopolamento. (…) una proposta di attrazione ed ospitalità che intendiamo attuare con Terre di Aristeo e i Comuni limitrofi facendo rete per proporre un soggiorno prolungato con al centro Matera”. Perché, appunto, si penserebbe ad un itinerario che abbia a Pomarico una particolare qualità di ospitalità, valorizzi le risorse artistiche e storiche, enogastronomiche con i prodotti “Deco”, ma che abbracci l’intero comprensorio. Insomma pare che i fondi tanto attesi stiamo per giungere a destinazione, a questo punto. A favorire il solito marketing territoriale, intanto. Dove il soggetto privato è quello che aveva firmato da un bel po’ un protocollo di intesa con la Regione Basilicata e già promosso il sistema di “Comunità turistica metapontina” e di promozione dell’Alto Bradano. Tre anni or sono il primo cittadino pomaricano mi aveva spiegato che per partire sarebbero servito disporre di almeno 40 o 50 unità immobiliari del rione Castello. Per dar vita a un circuito di “turismo integrato”. Premesso che i proprietari degli immobili hanno sempre due scelte davanti a loro. Partecipare, per far parte del circuito, servendosi di un sostegno economico per mettere a nuovo il proprio bene. Eventualità che piace maggiormente al primo cittadino pomaricano. O vendere. Allora si puntava a 5 milioni di euro per Pomarico. Ma come si può dare forza all’idea, chiedevo all’epoca, se pezzi importanti del Castello sono tutt’ora inaccessibili, diverse unità sono state sgomberate e altre zone sono da consolidare intanto per l’incolumità e la pubblica sicurezza? Forse nel programma è previsto di sistemare tutto. Magari dando le prime risposte concrete, più che allo sconosciuto ancora Aristeo, al Comitato “Salviamo Pomarico” e al resto della comunità cittadina.
BREVE NOTA BIOGRAFICA
Nunzio Festa è nato a Matera, ha vissuto in Lucania, a Pomarico, poi in Lunigiana e Liguria, adesso vive in Romagna.
Giornalista, poeta, scrittore.
Collabora con LiguriaDay, L’Eco della Lunigiana, Città della Spezia, La Voce Apuana e d’altri spazi cartacei e telematici, tra i quali Books and other sorrows di Francesca Mazzucato, RadioA, RadioPoetanza e il Bollettino del Centro Lunigianese di Studi Danteschi; tra le altre cose, ha pubblicato articoli, poesie e racconti su diverse giornali, riviste e in varie antologie fra le quali: Focus-In, Liberazione, Mondo Basilicata, Civiltà Appennino, Liberalia, Il Quotidiano del Sud, Il Resto.
Per i Quaderni del Bardo ha pubblicato “Matera dei margini. Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa dalla Basilicata”, oltre agli e-book su Scotellaro, Infantino e Mazzarone e sulle origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi; più la raccolta poetica “Spariamo ai mandanti”, contenenti note di lettura d’Alessandra Peluso, Giovanna Giolla e Daìta Martinez e la raccolta poetica “Anatomia dello strazzo. D’inciampi e altri sospiri”, prefazione di Francesco Forlani, postfazione di Gisella Blanco e nota di Chiara Evangelista.
Ha dato alle stampe per Historica Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale. Vite scavate nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra d’Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e anime bollite” (Besa), con prefazione di Marino Magliani e “Il crepuscolo degli idioti (Besa).
Per le edizioni Il Foglio letterario, i racconti “Sempre dipingo e mi dipingo” e l’antologia poetica “Biamonti. La felicità dei margini. Dalla Lunigiana più grande del mondo”.
Per Arduino Sacco Editore “L’amore ai tempi dell’alta velocità”.
Per LietoColle, “Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche)”.
Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del libro “Quello che non vedo” (con note critiche di Franco Arminio, Plinio Perilli, Francesco Forlani, Ivan Fedeli, Giuseppe Panella e Massimo Consoli) e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”.
Per Edizioni Efesto, “Chiarimenti della gioia”, libro di poesie con illustrazioni di Pietro Gurrado, note critiche di Gisella Blanco e Davide Pugnana.
Per WritersEditor, la biografia romanzata “Le strade della lingua. Vita e mente di Nunzio Gregorio Corso”.
Per le Edizioni Ensemble, il libro di poesie “L’impianto stellare dei paesi solari”, con prefazione di Gisella Blanco, postfazione di Davide Pugnana e fotografie di Maria Montano.
Per Bertoni Editore, il libro di poesie “Semplificazioni dai transiti sotto la coda di Trieste”.
Per Tarka Edizioni, il saggio narrativo “Ai piedi del mondo. Lunigiana e Basilicata sulle corde degli Appennini”.
Per BookTribu, il romanzo breve “Io devo andare, io devo restare”.