martedì, 17 Giugno , 2025
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Addio Professore, Preside, Giuseppe De Rosa esempio di tanta tenacia

Non lo vedevamo da un po’,a causa di una malattia invalidante, che lo aveva colpito nell’ultima fase della vita. E apprendere da un passarola, da quanti lo hanno conosciuto, e poi da un manifesto funebre affisso nella bacheca di via del Corso, che il professore del Liceo Scientifico ”Dante Alighieri degli anni Settanta,Giuseppe De Rosa, era deceduto ha riportato ai momenti delle proficue lezioni di italiano, con le antologie del Pazzaglia prima, del Petronio dopo, con i volumi della Paravia dedicati alla Divina Commedia dantesca. Quando veniva nel corso A, in terza eravamo appena in 13, dopo la selezione e gli abbandoni del biennio, ci ricordava che il ”pochi ma buoni” era un incentivo a fare bene e che ”tutto serve nella vita’,anche i ”canti” danteschi letti e studiati in tutto il mondo. ” Studiate- ricordava- vi servirà, eccome, quando saprete quello che vorrete fare”. E ogni tanto ci raccontava della sua gioventù, delle lotte studentesche e della coerenza e tenacia nel voler raggiungere gli obiettivi. Era tutto d’un pezzo e non girava mai intorno alle parole. Concreto, sempre. Vinse il concorso a preside e si trasferì a Crema, poi ritornò dalle nostre parti alla guida del Liceo classico ” Emanuele Duni” e dell’Istituto tecnico commerciale Adriano Olivetti nella scia riorganizzativa seguita all’ esperienza dell’ Itc ” Antonio Loperfido” (oggi riuniti) . Gli piaceva anche la politica ed ebbe esperienze diverse,ma con poche soddisfazioni. Il governo della ”cosa pubblica”ha altre dinamiche e l’impegno diretto con la gente, nella cultura per esempio, riserva attenzioni e considerazioni destinate a durare. Come gli incontri letterari(De Rosa scrisse “Sentire e Meditare” edizioni Graficom) con gli studenti e l’impegno nel Fondo ambiente italiano di Matera per favorire conoscenza e tutela dei beni culturali.

Lo ricordiamo alle giornate Fai di Primavera, per il Fai Marathon in una iniziativa del 2012. Altri come il professor Angelo Bianchi ne ricordano determinazione, cultura per diffondere le attività del Cidi. ” Sì- con Peppe, come lo chiamavamo in tanti- abbiamo condiviso l’azione per divulgare le attività del Cidi, nato nel 1979, il centro di iniziativa democratica degli insegnanti, di presidi e direttori della scuola e di tutte le discipline. Un impegno, ricordo, per la scuola pubblica, per contribuire a realizzare una scuola più democratica, a promuovere il percorso formativo e la qualificazione del corpo docente. Ne era convinto e non si risparmiava con il buon esempio per raggiungere questi risultati. Mancherà a tanti e alla scuola, in particolare e ai tanti ragazzi che lo hanno avuto come professore e poi preside”. Ai figli e parenti del professore e preside la vicinanza per il dolore che li ha colpiti, condiviso da tanti, per l’ultimo saluto presso la sala del commiato dell’agenzia Asfodelo e poi, domani, domenica 25 febbraio, alle 15.00, presso la chiesa dell’Addolorata al rione Serra Venerdi.

IL RICORDO DELL’EX ALUNNO FRANCO VESPE

Beppe non è piu con noi! Ci ha lasciato dopo una lunga feroce malattia Giuseppe De Rosa. È stato il nostro professore prima, ascoltato fratello maggiore dopo. Io salii sul treno della V B del Liceo Scientifico del 1978/79 attardato ed in corsa! Mi dicono che esordì in classe, giovane pimpante con “io ho 28 anni …il doppio dei vostri!”. I primi tempi con lui furono pirotecnici, ma poi cominciammo ad intenderci. Furono 5 anni scanditi dalla nascita delle sue meravigliose figlie Milena, Sara ed Alessandra del quale ne andava orgogliosamente fiero. A quei tempi era una delle punte di diamante del PCI Materano. Ci teneva sempre a precisare che lui era si di parte ma che ogni posizione politica era informata e si nutriva di elementi culturali invarianti e comuni. Elementi che potevano affiorare ed esaltarsi grazie al confronto ed al dialogo che solo la scuola “pubblica” poteva garantire e nel quale ha fortemente creduto spendendo per essa con intensità e passione tutte le sue migliori energie. Erano per lui valori irrinunciabili: la laicità, l’onesta intellettuale, i valori costituzionali ed il rispetto delle istituzioni democratiche, la declinazione della cultura come arte della complessità e dell’approfondimento. La cifra della sua onestà intellettuale ebbi modo di apprezzarla in una sua spiegazione ispirata della Pentecoste, inno sacro del Manzoni, rimasta indelebile nella mia memoria, . Disse e fece molto di più delle tante lezioni di catechismo ascoltate e studiate in parrocchia! Come dimenticare il ruolo determinante che ebbe come membro interno agli esami di maturità nel 79! Sfoggiò in quella occasione tutte le sue arti istrioniche e dialettiche pur di difendere e valorizzare i suoi studenti. Arrivò a coccolare in modo sfrontato e devoto, al limite del servile, la presidente della commissione con annesso cappuccino e cornetto mattutino puntualmente offerti al bar! Poi lavorando a Stigliano re- incontrai l’inflessibile presidente prof.ssa Paccione-Ripullone e con Ella ripercorreMmo quei momenti della maturità sorridendo per tutte le istrioniche trovate inventate da Beppe. Il suo commento finale fu: ”siete stati fortunati nell’avere un professore come lui che vi ha voluto così bene”. Puntuale, finito il liceo, prendemmo la sana abitudine di fare una rimpatriata a casa sua, accolti insieme ad Assunta sua moglie, venuta a mancare troppo presto, al rientro di noi universitari nel periodo delle vacanze di Natale. Una tradizione mantenuta fino a quando poi la feroce malattia non gli ha minato il corpo e la voce. Condividevo con lui la stessa passione politiche e le parabole delle nostre militanze (perché di parabole discendenti si parla sic!) finirono per convergere. Non poteva che essere così! Onestà intellettuale, profonda sensibilità culturale e compassione sono diventati ostacoli gravissimi per l’affermazione politica ormai in mano ad acritica ed epidermica propaganda faziosa, sondaggismo, sterile e superficiale “battutismo”. Qualche volta ci raccontava della sua umile famiglia di origine Accetturese che volle che lui studiasse e si laureasse. Le mie origini sono Garagusane, ad un tiro di schioppo da Accettura. A Garaguso ha conosciuto e si è innamorato di Assunta sposandola. Ci sono molti segni astrali che fanno apparire il nostro incontro come l’esito di una predestinazione. Lui era nato esattamente 10 anni dopo mia madre ed è morto lo stesso giorno di nascita di mio padre! In una manifestazione dedicata alla premiazione di eccellenze materane organizzata dai Lions della mia amica Imma Brucoli della V B, volli coronare quella giornata con la presenza di Beppe e della prof.ssa di filosofia Natile. Volevo che fossero presenti lì in prima fila per far conoscere loro la mia profonda gratitudine per aver inciso così significativamente nella mia crescita e nella mia vita. Si parlò del ruolo e dell’importanza degli educatori la cui aspirazione e soddisfazione più grande deve essere quella di rappresentare per i ragazzi un incontro che “lascia il segno”. Devono saper costruire un rapporto di corrispondenza empatica attraverso il quale il docente deve poter lasciare un impronta indelebile nella vita del ragazzo. Deve saper accendere in lui passione culturale, curiosità, fame di sapere, autostima. Usare la bellezza come strategia per far emergere il meglio nei ragazzi. Al diavolo i test didattici fatta con quiz a risposte multiple! A Beppe questa sortita piacque molto! Non poteva che essere così! Lui con noi ha fatto proprio questo! Queste sono mie riflessioni personali ma una cosa posso certamente dirla a nome della V B: Beppe ha saputo lasciare nella nostra vita un’impronta indelebile ed ha accesso quel fuoco della curiosità e della conoscenza che ancora arde inestinguibile in noi. Ciao Beppe certo che ci re-incontreremo.
Franco Vespe della V B del Liceo Scientifico del 1978-79
P.S. se oggi mi trovo a mio agio con la scrittura è merito suo!
NEL SERVIZIO LE SCUOLE DEL PROFESSORE
il liceo scientifico Dante Alighieri

IL LICEO CLASSICO DUNI

L’ITC ”Antonio Loperfido”

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