Giovanna Marini, la regina della canzone popolare e sociale italiana è morta ieri all’età di 87 anni. Romana, figlia del compositore Giovanni Salviucci e allieva di Andres Segovia, è stata una “cantastorie“, come lei stessa amava definirsi, del panorama musicale italiano, una regina della canzone popolare e di quella d’autore. Partecipò intensamente alle lotte e ai movimenti che attraversavano il Paese portando in giro con il “Nuovo Canzoniere Italiano” e diversi cantautori politici tra cui Ivan Della Mea, Gualtiero Bertelli, Paolo Pietrangeli, Giovanna Daffini, il Gruppo di Piadena, e i Pastori di Orgosolo con il poeta Peppino Marotto, le canzoni sociali. Consegnò alla storia, con “I treni per Reggio Calabria“, quella tensione che accompagnò il viaggio di migliaia di democratici verso una manifestazione nel capoluogo calabrese dove era scoppiata una violenta rivolta segnata dai neofasciti capeggiati da Ciccio Franco (poi eletto senatore del MSI) e solo apparentemente dettata da motivi campanilistici locali. Con i fascisti che si mettono alla guida di una rivolta visibile, nel mentre sono già in corso delle strategie e trasformazioni sotto traccia. Una che ha a che fare con la politica e la guerra fredda (negli anni in cui s’avvia la strategia della tensione, scoppia la bomba di piazza Fontana, vengono progettati i golpe per tenere nel campo occidentale, costi quel che costi, l’Italia del ’68 studentesco e del ’69 operaio). L’altra riguarda il cambiamento del business della ’ndrangheta, che passa dalle guardianie e dal contrabbando di sigarette ad affari più remunerativi (sequestri di persona, droga, appalti pubblici), con una integrazione con pezzi di classe dirigente locale (costruttori, politici, dipendenti pubblici, massoni). Con i boss emergenti che nelle “logge” discutono alla pari con politici, affaristi, uomini dello Stato, pezzi grossi dei servizi segreti. Negli anni ’70 Giovanna Marini fondò la prima scuola popolare di musica in Italia, quella di Testaccio, nell’omonimo quartiere romano. L’album – “Il fischio del vapore”- contenente alcune rivisitazioni dei canti sociali frutto della collaborazione con De Gregori, nel 2002, fu un progetto che ricordò ancora una volta all’Italia intera lo spessore e la grandezza della musicista. In questa recensione dell’album “Antologia” (2006), pubblicata su Rockol, emerge un quadro dell’opera di Giovanna Marini che condividiamo.
Chi volesse approfondire il repertorio autorale e di ricerca di Giovanna Marini che è immenso, in tutti i sensi, troverà in questo archivio realizzato da “ilDeposito.org – Canti di protesta politica e sociale” molta della sua opera artistica, scientifica e umana che ha dato voce a quelle “classi subalterne” che non volevano più esserlo, molto più di una compagna di strada di molte e molti, che accompagnavano lei alla loro testa
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ADDIO ALLA COMPAGNA GIOVANNA MARINI, L’ULTIMA CANTASTORIE DELLE CLASSI SUBALTERNE Giovanna Marini, scomparsa ieri a 87 anni, è stata un’ instancabile raccoglitrice di storie e musiche che ha dato voce a chi non ne ha. La canzone per lei era l’espressione più immediata di idee e sentimenti delle persone e per questo prestava attenzione ai significati delle musiche che vengono dal basso, collaborando sia con artisti affermati che con piccoli gruppi teatrali, senza fare alcuna distinzione. «Cercavo i suoni» diceva «ho trovato le persone». Con lei scompare la voce più limpida della canzone d’autore, dei canti popolari, delle canzoni contadine e di quelle di lotta e d’impegno politico . Ma il tuo ricordo cara compagna Giovanna vivrà per sempre nei nostri “cuori rossi” più forte e più importante di qualsiasi parola.
(Associazione culturale “Karl Marx 2018”- )