Un piccolo merito sui commenti del dopo fiction ” Imma Tataranni. Sostituto procuratore della Repubblica” presso il Tribunale di Matera lo abbiamo avuto anche noi .
E dopo la sesta puntata con un spot notevole su Matera e la Festa del 2 luglio sono arrivati e continuano ad arrivare per posta elettronica, commenti social, telefonate e inviti verbali a raccogliere come la pensa la gente di Matera abituata a guardare oltre lo steccato al rapporto amicale e alle tradizioni.
Del resto e lo ripeteremo fino alla noia la ”Capitale” aveva e continuerà ad avere un’anima e un modo di pensare ”provinciale”. E così le immagini dei fuochi pirotecnici nella notte del 2 luglio da Murgia Timone hanno determinato una levata di scudi, da parte di Bellisario, Eustachio, Bruna (lettori di Giornalemio.it che portano i nomi dei patroni) affinchè si possa tornare indietro e non in una anonimo piazzale o spianata.
” I fuochi della festa del 2 luglio – ricorda Bellisario, 72 anni,artigiano in pensione- si sono fatti sempre dirimpett a la Jarav(i)n o sopra alla Chiesia Modr’. Mo non si può più? Questo significa distruggere la tradizione. Oggi i fuochi, domani i cavalli, dopodomani il carro che è euro zero . Scherziamo? Materani, sveglia e riprendiamo quello che è sempre stato nostro. La tradizione va rispettata. E chi sta alla Regione si dia una mossa”. Sappiamo come stanno le cose e non ce la sentiamo di non condividere le amarezze di Bellisario.
E accanto al 2 luglio c’ è una corrente di pensiero, che ha colpito l’immaginario di persone come Margherita, di 50 anni, che insegna ai piccoli i principi di solidarietà e giustizia, in apprensione… per il possibile trasferimento di Imma Tataranni a Rovereto.
” E chi si fida– dice Margherita. Sappiamo come vanno le cose in Basilicata. Le persone corrette, che fanno il proprio dovere, che si ”crepano in corpo” (ingoiano il rospo ndr) e credono nel loro operato e a servizio degli altri non durano perchè danno fastidio. Ecco perchè nella nostra regione le cose non cambiano e,gira e gira, le persone che comandano sono sempre le stesse’‘.
Giriamo la richiesta al regista qualora dovesse girare la seconda serie della fiction su ”Imma Tataranni” e ai giovani perchè alzino la testa , battano i pugni sul tavolo e mettano da parte burattinai e teste di legno che si avvicendano senza sosta nei posti chiavi di una regione che perde residenti, invecchia e affoga nel familismo immorale .
Pessimismo? Guardatevi intorno e osservate il sottobosco delle prossime comunali di Matera…Continuano a muoversi le stesse faccetoste di coalizione. Qui Darwin e le teorie evolutive sono rimaste impantanate in quelle lamarkiane e lineiane sulla fissità della specie.
Ma c’è una eccezione. Convivenze e separazioni continuano a prosperare e l’annuncio dato nel corso della sesta puntata dell’avvio di una causa di separazione tra Diana, amica di scuola, e collaboratrice della segreteria della ”tosta” Pm di Matera, e suo marito Giuseppe Siggillino ha creato scombussolamenti nella tenuta del movimento APPeppino.
E già perchè il leader si chiama Giuseppe ”Pino” Siggillino che dopo la fiction a quanto pare- come riporta Radio Priaterj- ha avuto un attacco di dissenteria. Pepata di cozze pure lui, coliche e altro ancora? L’amico Paolo Grillaio ha subito sentenziato ” U’ soccij io ce l’i pgghjet” (trad, So’ io cosa gli è accaduto) e ha strizzato l’occhio. Comunque dieta con riso, limone e tè e cellulare staccato, come ha riferito la paziente consorte che lo terrà a stecchetto. Consentito solo il ”pappagallo” di ordinanza. Che vuol dire omonimia e puntare sulla materanità !
E poi a Matera il passaparola è facile e le scuole di taglio e cucito hanno sfornato sempre sarte e sartori forbiti. E a proposito di parlare forbito vari commenti hanno spezzato una lancia a favore della recuperata stima tra due personaggi della fiction, il procuratore Vitale (Carlo Buccirosso) e il sostituto procuratore della Repubblica Imma Tataranni ( Valeria Scalera). Due modi di pensare e di operare, ma che alla fine rendono giustizia alla Giustizia e al rispetto delle rispettive professionalità e persone.
Il dialogo dai balconi di Piazza Vittorio Veneto nella serata del 2 luglio è una bella pagina di civiltà e di unità della Procura, immaginata e descritta dagli sceneggiatori nella fiction diretta dal regista Francesco Amato. A giovarne è la ”pm” , dal carattere insopportabile, quando si accorge che vogliono prenderla per il naso o negano l’evidenza o quando si trova di fronte a idioti e lavativi, e alla fine – come ammette in maniera convinta lo stesso Procuratore- è la persona pù intelligente che abbia mai incontrato . Una dote che le consente di risolvere i casi più complessi o dall’esito che poteva sembrare scontato.
Imma personaggio tutto d’un pezzo, anticonvenzionale, ma non banale e con una particolare sensibilità nel comprendere debolezze, scaltrezze, inganni e passioni. E i materani, insieme al vasto pubblico che ha seguito la fiction, l’ha apprezzata proprio per questo, aldilà del suo incedere sui tacchi e le sue debolezze culinarie che avrebbero potuto far scivolare Imma nel ridicolo di cliché consolidati, che sono stati accantonati.
La Tataranni è tosta e non guarda in faccia nessuno, tira dritto e merita sul campo l’oscar della simpatia e della coerenza. E già ci pare di sentirla : ”Meeh, Veloceee. Concentriamoci sul lavoro…”
Potremmo dire, gli anni passano, le tradizioni Restano !, purtroppo no, Cambiano le generazioni, la vita mondana corre in avanti, un riscontro positivo da una parte, ma risultante negativo all’opposto. Se parliamo di tradizioni, dovremmo lasciare le cose come stavano in partenza, nei passati avvenimenti, la nostra e per tutti coloro che la pensano come me, non si tratterebbe di un Ricattare, ma Riscattare il tralasciato passato di Tradizioni. Facendo una rima sarcastica, Feste e Buoi dei Paesi Tuoi. Ho l’Impressione, almeno come le vedo dal mio punto di vista, la Festa della Bruna sta cambiando, convertendosi, da quel che era, prioritaria una Festa Religiosa e a seguire, contorno di Festa una Sagra Civile. Siano giunti al Business, nello stato attuale nei tempi odierni è tutto regolare, l’imposizione di escludere i fuochi pirotecnici sulla murgia timone, se vogliamo che questo non accada è obbligatorio, urge il ritorno alle tradizioni, i Parroci sui Muli, la Processione Pastori Originaria e non sconfusionata, i Cavalieri non devono certamente storpiarsi nel difendere il carro, ma perlomeno attorniarlo fare finta, sceneggiata, allontanare gli assaltatori, attuale presenzia di un vero e proprio defilé di moda, chiunque determinato può permetterselo, non è semplice parteciparci vi sono delle regole e sacrifici da rispettare, i Protettori del Carro definiti un tempo I Vastasi (forma traduzione dialettale u’ Vastosr’ gli Assaltatori) si trattava dei noti Facchini di Professione, quindi ad un certo punto non ci meravigliamo se la locazione dei fuochi viene sostituita, siamo nella regolarità.
Parere del tutto personale, il problema è risolvibile, per quel che riguardano i focolai derivanti dai fuochi pirotecnici, la problematica riguarda lo spostamento d’aria che mette in serio pericolo la compattezza delle costruzioni sia nuove ma principalmente vecchie.
Se parliamo del passato “il rovescio della medaglia” ricordo di infanzia dal mio terrazzo centro di Matera, affaccio con un bel panorama dirimpetto alla gravina, si vedevano il via vai dei camion della nettezza urbana, scaricavano l’immondizia sul promontorio dello stesso anfratto murgia, al di sotto della ammucchiata del composto un bruciatore naturale all’aperto sempre acceso, si sentiva nei vari punti della città un leggero odorino di bruciatura fastidioso, ma ci avevamo fatto l’abitudine. A vista d’occhio abbiamo raggiunto una esagerata forma di imposizioni su quel che riguarda il rispetto ambiente, la monnezza assolutamente ci da fastidio tenersela avanti in casa, la depositano in genere sotto o negli angoli delle strade è scomodo arrivare al più vicino contenitore, noi saremo tra non molto ricoperti dalla stessa, semplicemente ignoranza, fissazioni, basterebbe bruciarla negli appositi preposti Inceneritori chiusi filtrati.
Era un’altra Matera e un’altra Italia. Ma i ricordi restano