mercoledì, 26 Marzo , 2025
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Quanto cinema verità alla Mostra del Cinema di Venezia

Realismo, inchiesta, denuncia, ispirati alla cronaca del BelPaese di tutti i giorni , a comincia da Roma Caput Mundi, che si ritrova a fare i conti con le periferie riconosciute e quelle che sono dietro l’angolo, magari nei quartieri bene, dove festini a luci rosse sfociano in atti cruenti, che parlano di bestialità, di gioventù bruciata troppo in fretta, tra famiglie smembrate e modelli da successo facile, alimentati dalla tv commerciale del ‘’grande Bordello’’ o dai tanti ‘’mi piace’’ della alienante dimensione social fino alle opportunità ( di business per alcuni) del decantato metaverso. Da Franco Rosi a Giuliano Montalto a Pier Paolo Pasolini, maestri del cinema del passato, ai giovani registi italiani di oggi che al festival del cinema di Venezia hanno presentato film che hanno un peso e che fanno riflettere. A presentarceli è il ”nostro” Armando Lostaglio, che meriterebbe il ‘’Leone…alla presenza costante’’ per quanto ha visto e narrato finora. Una esperienza la sua, che la Basilicata istituzionale continua a ignorare, e questo è un peccato viste le potenzialità della nostra regione, che continua a ‘girare’ in super 8… Conta poco. Preferiamo le descrizioni, perché vere e supportate da passione e competenze, di un umile soldato rionerese che apprezza e plaude di film come “Io capitano ‘’ di Matteo Garrone o “Comandante’’ di Edoardo De Angelis. Auguriamo loro e agli altri film italiani in concorso di affermarsi e alla gente di andare al cinema.

Il cinema italiano e la Capitale

Alla 80ª Mostra del Cinema di Venezia, tre dei sei film italiani in concorso trattano della città di Roma, delle sue contraddizioni e della sua non più “grande bellezza”. Infatti, parliamo di rappresentazioni di una violenza estrema, di una “suburra” sempre in atto in questa città fra le più belle del mondo, che invece questa mostra espone in una maniera eccessivamente modesta e disordinata, oltreché buia e quasi senza speranza. È una capitale che, suo malgrado, rappresenta lo specchio di questo paese, in un tempo di cui siamo protagonisti. Il film di Saverio Costanzo “Finalmente l’alba” evidenzia una Cinecittà degli splendori, fra sandali e ricostruzioni storiche faraoniche, film di antichi romani in cui, negli anni 50 e 60 venivano girati molti film: Roma era la capitale del mondo del cinema. E fra comparse appetenti, fra festini ed inizi di dolce vita, talvolta si sfiorava la tragedia; orge e catarsi buie e, nel fondo, il caso Montesi, la ragazza che fu trovata uccisa da ignoti forse nelle feste sadomaso.

Altro film è “Adagio” di Stefano Sollima: una sorta di apocalisse dei fuochi all’orizzonte e i continui blackout, incendi che circondano la capitale in un cortocircuito in cui la metropoli è il terminale di una specchio di arroganze impunite; bande armate che si fanno guerra per il controllo della città, un mondo di mezzo in cui anche la politica fa la sua parte devastante, e tuttavia rimane un film déjà-vu, che abbiamo già visto, pertanto inutile che il regista continua a mettere in mostra, dopo aver rappresentato molto bene Suburra con i suoi angoli bui. La città capitale ancora presa di mira dall’altro film quello di un giovane Pietro Castellitto (figlio d’arte) dal titolo “Enea” in cui i circoli viziosi e le serate sballate nella capitale restano nello spazio allucinato delle iperbole angoscianti. Una sorta di nichilismo apparentemente romantico fra spaccio di droga omicidi e una sorta di violenza eccessiva e gratuita: un’alta borghesia romana assente quale interprete di jna società oltraggiata. In questo film resta assente la famiglia, al cospetto di una sorta di necrosi di una città che invece dovrebbe brillare per i suoi colori per la sua bellezza. Ed ancora, Matteo Garrone nel film “Io capitano”, Edoardo De Angelis con “Comandante” e Giorgio diritti con ” Lubo” sono altrettante finestre sul mondo: l’Africa la Svizzera l’ oceano Atlantico, dove si affrontano i temi di confine, di accoglienza, di segregazione e soccorso.

Armando Lostaglio

In giuria alla mostra del cinema. E’ il primo lucano a farne parte

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