Scherza con i fanti ma lascia in pace i Santi…E per quel pastorello smarrito di Renzo Arbore, alla guida del variegato gregge della trasmissione ” L’altra domenica” di Rai 2, la scelta di dar vita a Tele Vaticano con il film ”Il Pap’occhio”, procurò nel 1980 gli interventi censori aldiquà e aldilà del Tevere. Poco male. Film sequestrato ( facemmo in tempo a vederlo all’ex cinema Quinto) prima del sequestro ” per vilipendio alla religione cattolica e alla persona di Sua Santità. il Papa ” e poi del ritorno nei circuiti (home video compresi) , grazie a una amnistia. Nel 2010 il portavoce dell’Opus Dei riabilitò il lavoro di Arbore, che aveva esordito come regista, definendolo un film apostolico in stile cristiano. Meglio tardi…E ha fatto bene la Rai, nella serata di ferragosto, su Rai Tre a riproporlo 12 anni dopo il ”ritorno” su rai Movie, con il seguito di spezzoni e monologhi come quello di Benigni sul Giudizio Universale e con quel ritocco dell’Altissimo michelangiolesco a pugno chiuso. Esilarante, creativo, demenziale ? Fate voi.
Ma fu un’apertura controcorrente con un Papa venuto dall’Est, Giovanni Paolo II, colpito dalla forza comunicativa di Renzo Arbore che all’epoca pubblicizzava la birra. E se ha convinto me….osservava il Pontefice, poco incline a imparare l’italiano, sarà possibile recuperare le ”pecorelle smarrite” della secolarizzazione dedite a discoteche o che si facevano conquistare da altre fedi come quella buddista. Una innovazione, quella di realizzare la Tv vaticana, (Sat 2000 arriverà più avanti) fatta di mille trovate, protagonisti di strada come don Gabriele ( il foggiano compaesano Diego Abbatantuono) che trova Dio anche tra gli hyppies e provini da far piangere e scompisciare dalla risa.
Un progetto ”innovativo” che trovò in un cardinale Richelieu degli anni Ottanta, ultraconservatore, la figura che farà di tutto per ostacolarlo, prestando orecchie e 30 gettoni telefonici…all’inaffidabile Benigni, convinto che Renzo Arbore volesse fregarlo. Se non erano i 30 denari del tradimento di Giuda, prima di arrivare nell’orto gezzistico dei Getsetmani poco ci manca.
L’esordio della prima di Tele Vaticano, alla presenza del Papa e del presidente Sandro Pertini, è di quelli da giudizio universale con il sottofondo dell’Internazionale e le parole adattate per ” Fratelli e compagni, unitevi…”. E qui il Padreterno rimette le cose a posto, con il cardinale Richelieu incenerito e la combriccola de L’Altra Domenica, inghiottita nel ‘Paradiso” a cantare When the Saint Go Marching In. Quanto al Padreterno, che ha punito Karl Marx per aver ”scopiazzato” temi egualitari incaricandolo di fare il portiere tra Santi e Angeli , ritorna in Paradiso con una fiammante e rivoluzionaria Fiat Panda di colore rosso, targata PAR 001. Un capolavoro di idee, ma anche una testimonianza di una censura bigotta di ritorno, quando si toccano i ‘manovratori’ di governo che si credono Padreterni,ma dell’ignoranza e della presunzione…