Come ogni star che si rispetti, il maestro Peter Greenaway si è fatto un po desiderare dal numeroso pubblico che lo attendeva -ieri sera- nel cinema Guerrieri per assistere alla sua attesa masterclass. Ma ne è valsa la pena. Pungente, sarcastico e dissacrante ha parlato della sua visionaria lunga ed intensa carriera in un amichevole colloquio con Domenico De Gaetano – Direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Alla domanda “cosa diresti a Dio trovandoti al suo confronto?“, Greenaway nel ricordare che in inglese Dio si scrive GOD, che letto al contrario è DOG (cane), si dichiara convinto che sicuramente -se esistesse- sarebbe un nobile, dunque un inglese. Al suo cospetto gli avrebbe fatto i complimenti per aver creato un essere così complesso, ma gli avrebbe rinfacciato di avere sbagliato -durante la creazione del mondo- a riposarsi la domenica e di non aver finito il lavoro. In quella giornata avrebbe potuto/dovuto risolvere tutti quei problemi dell’umanità con cui combattiamo ancora oggi. Greenaway ha insistito sul concetto di sperimentazione in campo cinematografico, e sul tentativo di superare quelli che per lui erano e sono i principali limiti del cinema tradizionale, e cioè la trama narrativa, gli attori, la cornice e la macchina da presa. La curiosità e il ricorso alla tecnologia digitale, anche derivata da altri media, vista dal regista come una grande opportunità per approdare a un genere di opera cinematografica non vincolata a un solo punto di vista, ma fruibile in maniera multidimensionale. In proposito De Gaetano ha ricordato anche la singolare (forse unica) abitudine di Greenaway a fare il co-dj, nel senso che lui proiettava immagini nel mentre un dj mandava la musica. E da questo filone musicale è emerso il suo contatto con i Beatles quando furono chiamati -dal suo istituto che aveva un music club- a suonare quando ancora non erano esplosi ed anche la sua predilezione per i Pink Floyd e i Led Zeppelin. Il ricordo di quando Grenaway fu chiamato a rianimare la Reggia di Venaria con lui a reinventare la storia di quei luoghi, in contrasto con gli storici che l’avrebbero voluto solo che essa fosse rappresentare così come era stata, offre al regista l’occasione per lanciare il suo mantra, ripetuto più volte durante la conversazione: “Mai permettere che la verità ostacoli una buona storia, un buon racconto“. Aggiungendo un lapidario “sappiamo tutti che la maggior parte della storia è un pozzo di bugie” …da “Giulio Cesare che nelle guerre galliche cercava solo di dare di se una buona immagine a Churchill che ha riscritto la storia della seconda guerra mondiale facendosi passare per un grande…tutte bugie“. Non a caso molti dicono che “la storia è la letteratura“. E lui si è dichiarato “molto attratto da questo filo sottile, questa sfumatura, che distingue la fiction, il romanzo, dalla realtà.” Nel richiamare di essere stato invitato ad essere presidente della giuria di questo MFF ricorda di non essere la prima volta che viene a Matera, e che per questa Città ha in cantiere un progetto. E mostra “il copione” già pronto di un film dal titolo “Joseph“, Giuseppe. In quanto, pur Giuseppe non essendo mai stato a Matera, considerato che qui sono stati girati numerosi film biblici, “sarebbe per me un onore girarne la mia interpretazione della storia di Giuseppe, Maria e Cristo”. L’ispirazione per questo film ha raccontato che viene da lontano, quando sua figlia Zoe (ora 26seienne e presente nella sala) a sei anni gli chiese: “come è possibile che Cristo abbia due papà?” Da qui l’esigenza di scrivere questo copione, per dare una risposta a tale domanda. Sapendo che “tutta la narrativa sulla natività è falsa. Come puoi giustificare una nascita da una vergine?” E che se ricordate “nei gospel Cristo sulla croce chiede con gli occhi al cielo: padre perchè mi hai abbandonato?” Dio rispose “perchè non sei mio figlio”. La Bibbia? “Una raccolta di tanti racconti, molto dubbiosi”. Quindi, conclude, se realizzato “sarebbe un film che racconterebbe la natività in modo diverso da quello tradizionale. Ma ora abbiamo solo il copione, mancano il produttore e i soldi”. Chissà! Tanto come lui ha detto “il Cinema è ancora un’arte giovane, un bambino praticamente” …ce n’è di tempo.
QUI il video dell’intero incontro:
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