…Dopo che ha rotto gli indugi con bel maresciallo dell’Arma Ipazio Calogiuri(Alessio Lappice) alla Madonna delle Vergini, dove non ci sono telecamere, l’arrembante sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Matera, Imma Tataranni(Vanessa Scalera) tra sensi di colpa e passioni, ha lasciato tanti fans come il 2 di luglio….con tanti interrogativi di come andrà a finire , in attesa delle puntate che saranno girate nel 2024. Per ora si è fatta ospitare dall’amica cancelliera Diana, ma come ne uscirà da una storia fatta di tradimenti e ravvedimenti? Con il marito Pietro (Massimiliano Gallo) , uscito ”tra capa e collo” dalla vicenda dell’assassinio al museo della bella palenteologa Sara, della figlia Valentina (Alice Azzariti) che è fermamente decisa a studiare giurisprudenza e a diventare magistrato, del Procuratore Vitale (Carlo Buccirosso) che per principio non vuole andare in pensione e del giovane e ”amato” maresciallo finito nei guai con due situazioni che portano a scomode e pericolose verità dal passato? Per farla breve Imma, aldilà dei tormenti di cuore e di coscienza, si è comportata come una ” frisckla” (come si dice in dialetto materano) una furbacchiona che si è fatta trascinare dai sentimenti tra passioni e gli interrogativi, in attesa di conferma, di chi fosse Cenzino Latronico. Un boss del passato (ricomparso come una bomba a orologeria) che l’avrebbe raccomandata nel trasferimento alla Procura di Matera e che, sotto sotto, potrebbe essere suo padre… Ma sua madre non si sbottona.
Un giallo nel giallo per stare in tema che, nella terza serie di Immma Tataranni, diretta da Francesco Amato, ha tirato fuori storie ben fatte dai libri della scrittrice Mariolina Venezia. E così vengono fuori le indagini parallele, condotte quasi… da avvocato difensore del marito Pietro, che finisce nei guai per seguire di notte, al Museo, la bella paleontologa Sara che sarà uccisa all’interno del ”Ridola” dopo un bacio a occhi chiusi, poi aperti su una amara realtà e su una storia legata al passato. La scoperta la balenottera Isabella ( che porta il nome della infelice poetessa di Valsinni, uccisa dai fratelli per una storia d’amore impossibile con il nobile Diego Sandoval De Castro) è di quelle che ha suscitato clamore nella comunità scientifica, per la risonanza dell’evento, ma anche tante gelosie a livello locale tra colleghi in carriera che se la sono segnata al dito…Normale e fedele a una realtà , che si intreccia con un amore non corrisposto con un chirurgo plastico ”sondato” dalla intraprendente PM in aspettativa (la validissima Vanessa Scalera) che si fa fare un preventivo per una ritoccata qua e là. Una cliente persa…e con una spesa ritenuta esorbitante di 20.000 euro. Ritenuta inutile, altrimenti sua madre non l’avrebbe riconosciuta. C’è,però, da salvare Pietro, ingenuo nelle dichiarazioni al Magistrato tanto da complicarsi la vita e con una relazione con Sara definita una amica preziosa, ma con la quale non è andato a letto come gli chiede a bruciapelo Imma che lo riempie di schiaffi durante un ‘terzo grado’ in casa.
Per lo ” Sceriffo di Matera” , in aspettativa, c’è da lavorare e basta nonostante il Procuratore Vitale abbia affiancato la Pm D’Antonio (della quale non si fida) e il giudizio poco lusinghiero ma reale sulla Procura, ritenuta il ”Paradiso degli spifferi” dove pettegolezzi e angosce da cuori infranti sono la prassi. Ma le indagini sono indagini e una mano viene proprio dalla cancelliera Diana, che medita di diventare giudice di pace dopo aver assistito a una condanna a 1000 euro, inflitta da una nuova fiamma, al ”provinciale” Cataldo Schivazzappa” coinvolto in una lite condominiale. E poi il maresciallo Ipazio Calogiuri sempre in bilico con il suo ruolo e la ricerca di verità sul mandante dell’agguato in cui rimase coinvolto Saverio Romaniello ( Carlo Bocci), che -pur nascosto in convento- non ha ancora vuotato il sacco con la Direzione distrettuale antimafia finchè non vedrà sua figlia. Una Dda che lavora a 360 gradi e che conta sulle collaborazioni, le sponde e i collegamenti con figure di dubbia affidabilità per andare a fondo di un traffico di rifiuti e degli intrecci tra politica e affari, dove la ”mafia ” dai colletti bianchi è una radice difficile da estirpare.
Situazioni che non conoscono i genitori del marito Pietro (Antonio Montemurro e Dora Romano) che non si rendono conto come sia difficile tirar fuori dai guai e dalla galere, una ”figlio” troppo superficiale e vissuto all’ombra dell’arrembante Pm, e che vedono in ruoli diversi ma ”ispirati ” al senso del dovere del maresciallo Lamacchia (Nando Irene) e del medico legale Taccardi ( Carlo De Ruggieri). La verità alla fine viene fuori tra i parenti della paleontologa Sara con la scoperta dell’autore del delitto, il giovane Marcello, che più volte l’aveva invitata a diffidare di uomini sposati e più grandi di lui. Gelosia, sentimenti traditi alla base del delitto al museo, approfittando delle telecamere fuori uso. E con un rancore affondato nelle slot machines. Poi la confessione liberatoria e di liberazione sarà l’incontro- chiarimento con tanti vaffa… di Imma e Ippazio, che si faranno prendere da impulsi libidinosi irrefrenabili con l’occhio benevolo(?) della Madonna delle Vergini. E la parola ”Mea culpa” potrebbe essere il titolo della prima puntata della quarta seria. Veloceee? Siamo rimasti come al 2 di luglio, direbbe la coach di Imma, Lia Trivisani.
