lunedì, 19 Maggio , 2025
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Ascoltare, ascoltarsi ? Il Cinema prova a riflettere

E’ ce n’è davvero bisogno per non perdere di vista quella dimensione di denuncia, di riflessione sulle tante contraddizioni di una società globalizzata dove conflitti, ipocrisie, indifferenza mietono vite e offuscano le menti, facendo passare strisce di sangue vero, di donne, bimbi, come un soffio di vento necessario, per lasciare le cose come stanno. Il cinema, il grande cinema, fatto di quanti vogliono guardare senza voltarsi dall’altra parte, andando nel profondo dell’anima e delle storie, deve poter recuperare la dimensione del silenzio, come riportano le riflessioni di Armando Lostaglio, che sa gioire e commuoversi, quando gli capita di vedere un lavoro che desta interrogativi o indignazione. Per farlo occorre ripiegarsi su sé stessi e su quanto gira intorno, magari dopo aver urlato: ‘’Fermate il mondo…voglio scendere’’, che ricorda il titolo del film di Sergio Cobelli del 1970. O dopo aver visionato ( ma occorre una grande pazienza, che sfiora l’ascetismo) Il grande silenzio, un film del 2005 di Philip Groning sulla comunità monastica de ‘’ La Grande Chartreuse’’ di Grenoble ( Francia). Da noi , per restare nel Vulture, c’è l’Abbazia di San Michele di Monticchio o il santuario della Madonna di Pierno. Un po’ di silenzio non guasta anche per la mediocre politica di Basilicata, che continua a commentare con tanta ipocrisia i dati sullo spopolamento ormai cronico della nostra regione. I primi segnali oltre 30 anni nel corso di un convegno della Lega delle autonome locali a Irsina… Da allora sull’argomento silenzio. Un paradosso.

Divagazioni intorno al cinema e la letteratura
Immaginiamo una lunga striscia di terra spazzata da venti furibondi, che prendono forme e intensità diverse, ma non cessano mai. Nessuno sa cosa provochi quei venti che soffiano dai confini del mondo.
Può essere l’incipit di un racconto fantastico che vuole condurci alla comprensione dello scibile, e che ci porta lontano nel tempo, a carpire quei concetti cari al filosofo Gorgia:
Nulla esiste; se anche qualcosa esiste, non è conoscibile; se anche fosse conoscibile, non è comunicabile agli altri.

Da qui varie ipotesi su quello che siamo, che rappresentiamo a noi stessi, e agli occhi degli altri.
Comunicare è dunque l’assillo creativo di autori del cinema come Antonioni e Godard.
Parlare anche con il silenzio…
Mentre siamo talvolta atterriti o travolti dal rumore indecente, che annienta il bisogno di spiritualità, valore spesso umiliato sulla strada del silenzio. È l’unica condizione ricca di valenze, e dirlo con Leopardi: “è il linguaggio di tutte le forti passioni, dell’amore, dell’ira, della meraviglia, del timore.”

(Armando Lostaglio)

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