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Al Lovaglio di Venosa grande schermo con la rassegna ‘’I casi della Vita’’

Quando l’esperienza del Cine club ‘’ De Sica’- Cinit di Rionero In Vulture si lega alla apertura e alla disponibilità, ormai consolidata de cinema ‘’ Lovaglio ‘’ di Venosa, gestito con lungimiranza da Lidia Lovaglio gli spettatori non possono che raccogliere ‘’al volo’’ l’offerta della 159^ rassegna cinematografica, programmata dal 18 gennaio al 16 febbraio 2024. E il tema scelto, ‘’ I casi della vita’’, come riporta la dettagliata nota di Chiara Lostaglio, consente di soddisfare gusti e regie che toccano i cinque continenti. Esordio con il grande Woody Allen, con ‘’Un colpo di fortuna’’, ammirato al festival del cinema di Venezia, per passare a One life” di James Hawes. A seguire “Foglie al vento” di Aki Kaurismaki, vincitore del Premio della Giuria al 76° Festival del Cinema di Cannes, “Anatomia di una caduta” di Sandra Huller candidato al premio Oscar 2024, per finire a Palazzina Laif di David Riondino, incentrato su una vicenda di mobbing all’ex Ilva e che vede due volti noti ai cinefili della Basilicata come Vanessa Scalera ( protagonista della fiction Imma Tataranni) e di Domenico Fortunato che abbia apprezzato di recente nel film ‘’Ferrari’’, nel ruolo del patron della Maserati. Al cinema e invitate pure chi non ci va da tempo o quanti non hanno mai provato le sensazioni della sala buia e del maxischermo. E’ tutta un’altra cosa…

Venosa – Cinema Lovaglio – 159^ Rassegna 18 gennaio 16 febbraio 2024
I casi della vita
di Chiara Lostaglio
“La sala cinematografica è luogo di ipnosi collettiva”. Lo sosteneva il mitico regista spagnolo Luis Buñuel. Ed è convivio di idee a confronto, laboratorio di critica e di giudizio. Pertanto, come CineClub “De Sica”- Cinit invitiamo da sempre alla visione pubblica nel buio della sala. E ce la offre da decenni il cinema Lovaglio a Venosa – unica dell’area nord in regione – dove la signora Lidia propone mensilmente almeno 5 opere d’autore in rassegna recentemente usciti: I casi della vita è l’ultima che parte dal 18 gennaio. Coadiuvato dal figlio Livio, si riparte con il capolavoro di Woody Allen “Un colpo di fortuna” che, all’ultima Mostra di Venezia, ha entusiasmato pubblico e critica. Con il suo 50° capolavoro, l’86enne maestro ci conduce nel caso e nel caos dei sentimenti: è convinto – nei suoi film – che “Dio giochi a dadi con l’universo.” Qui il dio-caso è il più fantasioso inventore di storie, siano tragedie o siano commedie. Nel genio newyorkese l’arte del racconto, della visione interiore, del chi siamo, si collocano nella gestione quotidiana delle relazioni, specie quelle di coppia.
Woody Allen sa coniugare sentimenti e azione: è la filosofia greca che annuncia modernità, nella sua ambivalenza giocata fra il bene e il male, concetti che sa rileggere dai maestri Bergman e Kurosawa. A seguire il 25 e 26 gennaio il film “One life” di James Hawes, che ci pone al cospetto di due immensi attori: il premio Oscar Antony Hopkins e Helena Bonam Carter. Siamo alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, 1938. Nicholas Winton, londinese, 29 anni, agente di borsa, avverte la minaccia dell’invasione tedesca e pertanto organizza un piano di salvataggio noto come “Operazione Kindertransport” per centinaia di bambini, molti di religione ebraica. Tratto dalla biografia “If It’s Not Impossible. The Life of Sir Nicholas Winton” di Barbara Winton, il film ci rende partecipi di quanto, in quei drammatici anni, l’umanità sia prevalsa contro il male assoluto. L’1 e il 2 febbraio la rassegna ci regala il ventesimo capolavoro del cineasta norvegese “Foglie al vento”, vincitore del Premio della Giuria al 76° Festival del Cinema di Cannes. Maestro di un cinema minimalista, questo suo ultimo gioiello rappresenta un manifesto della propria idea di rappresentare la realtà, a partire da individualità pressocché anonime, ai margini e, mediante la sua capacità di fare cinema, diventano vettori di speranza in una realtà che non sembra offrirne. L’8 e il 9 febbraio al Lovaglio il film straniero candidato agli Oscar 2024 per la Francia: “Anatomia di una caduta” di Sandra Huller, che probabilmente potrà dare filo da torcere al film di Matteo Garrone per l’ambita statuetta. Sandra è lei stessa ad interpretarla, il marito Samuel (Theis) verrà trovato morto caduto dall’alto del suo studio, forse suicida, forse assassinato. Il processo diventa parte integrante della sceneggiatura, ben scritta e puntuale, come sanno spesso essere i film francesi.

La 159^ rassegna del Lovaglio si chiude il 15 e 16 febbraio con l’unico film italiano: “Palazzina Laf”, film fresco nella sua narrazione. E’ l’opera prima di Michele Riondino che ritorna nella sua Taranto, “città simbolo alle prese nel suo ambivalente dramma: la salute o il lavoro. Ed è qui, nelle contraddizioni gestionali della acciaieria fra le più imponenti d’Europa, che Riondino evoca, non senza ilarità, l’impegno civile e la depressione da tempi moderni. Riondino gira un lavoro collettivo, interprete il suo amico Elio Germano, in una città fortemente inquinata. Taranto può essere un laboratorio collettivo di futuro oltre la fabbrica che inquina. Il buon cinema ce ne dà conto.”

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