martedì, 3 Ottobre , 2023
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Vulture e Monticchio sono una risorsa. E allora mano a progetti e investimenti.

Ce lo sentiamo ripetere un po’ ovunque: ” avete tante risorse naturali, culturali, artistiche, poco conosciute, da valorizzare che possono essere il vostro futuro…e state a guardate. Datevi da fare e investite!” Parole sante che bussano forte al buon senso e a fare presto, visti i cronici dati in calo sulla emigrazione in Basilicata e dei giovani in particolare. Ma serve concretezza come osserva, denuncia e sollecita, e non da ora, Pasquale Tucciariello, animatore dell’associazione Leone XIII di Rionero in Vulture. Ma servono volontà, serietà, programmazione e cultura di impresa, che è un po’ il ”vulnus” dell’inconcludenza del ”vedremo e faremo” che è alla base dello spopolamento, del taglio dei servizi e delle funzioni, che non invogliano a restare e a investire. Tucciariello evidenzia, a beneficio degli smemorati, quanto sia varia e unica l’offerta del Monte Vulture, di quella terra di vulcani, colmata da laghi, circondati da foresti, fonti e – aggiungiamo un’altra ”F” – da quell’attrattore davvero unico che sono le funivie. Che si aspetta a rendere funzionale e appetibile per il turismo di prossimità ( Campania e Puglia in primis) e in generale per quello escursionistico di livello europeo, per incidere sulla asfittica economia locale? Tanto più che attorno ci sono altri centri, grandi e piccoli, che possono contribuire e non poco a far decollare il settore. Siamo in campagna elettorale e, aldilà degli annunci scontati, la politica potrebbe fare la sua parte cominciando con il programmare sulle cose da fare e con risorse concrete. E conta anche la Provvidenza, magari con l’intercessione di San Michele che nel Vulture a ridosso dei laghi ha culto e Abbazia. Che parta il progetto San Michele…

L’ESORTAZIONE DI PASQUALE TUCCIARIELLO

Il territorio del Monte Vulture. Il Monte Vulture è alto 1326 metri. Visto da Est si presenta con i suoi magnifici sette colli a valle dei quali sorgono i comuni di Atella, Rionero in Vulture, Barile, Rapolla e Melfi per una popolazione complessiva di 40mila abitanti circa (10mila abitanti in meno negli ultimi 10 anni, il 10 per cento) e un territorio di 400 kmq. I versanti del Vulture sono completamente ricoperti di querce, pini, abeti, castagni, faggi e di vegetazione varia nelle periferie. Verso Ovest, nelle bocche del vulcano, l’area caldera del Lago Piccolo, oltre al bosco fittissimo, presenta una straordinaria varietà di ambienti e di microclimi nei quali nidifica la Bramea del Vulture, farfalla rarissima scoperta 50 anni fa dall’entomologo altoatesino Hartig. Il territorio del Vulture si impreziosisce di oliveti, acque minerali e vigneti, tre liquidi in un solo territorio. Il vino doc Aglianico del Vulture, noto in tutto il mondo, è prodotto su 1500 ettari di vigneti: si contano oltre 2 milioni e mezzo di bottiglie ogni anno. Le acque minerali (Coca Cola company, Cutolo San Benedetto, Fonte Itala) in territorio di Atella e Gaudianello in territorio di Rionero occupano centinaia di addetti e una produzione in crescita. Anche l’olio delle pendici del Vulture è ricercato per il suo gusto particolare. La Fiat Sata di Melfi, oggi Stellantis – nome neutro e nome senza identità – ha perduto originalità italiana per un presunto rafforzamento, con francesi ed olandesi, nel mercato internazionale. Ne è seguito invece per Melfi un forte ridimensionamento della struttura e della capacità produttiva e servizi interni lasciati corrosi quale ulteriore segno di indebolimento dell’idea originaria sorta 30 anni fa. Migliaia di maestranze vengono mandate in altri stabilimenti o sollecitate alla pensione e il sogno di una grande industrializzazione del Nord Basilicata estesa all’intera regione, alla Puglia e alla Campania è svanito. Non resta che il territorio e le sue specificità. Il soccorso viene – oltre alle testimonianze incredibili per monumenti, abbazie, castelli, siti archeologici e fatti naturali come le Cascate di San Fele; oltre ai prodotti della terra e del sottosuolo – dal Monte Vulture con i suoi sentieri interni e i suoi microclimi e con i sui due splendidi Laghi di Monticchio (gli occhi le perle le gemme le mani gli arti le narici i respiri i sospiri i sogni: cosa non è stato ancora detto e scritto!). Il Vulture e i Laghi di Monticchio sono l’attrazione mancata almeno per le regioni confinanti a maggiore densità abitativa, Puglia e Campania. E’ venuta meno l’attrazione negli ultimi 40 anni.

La Funivia del Vulture è stata interrotta e dismessa nel 1982. Era la grande attrazione per il territorio. Nella seconda metà degli anni 1960 e per tutto il decennio successivo, non solo Monticchio ma l’intero territorio ha vantato un incredibile sviluppo economico e non solo per i suoi fattori turistici ed alberghieri. Il territorio ha esteso una sua interna microeconomia con artigianato e con commercio che oggi, rivissuti nella contemporaneità, otterrebbero straordinari vantaggi con originalità di prodotti e tipicità biologiche derivanti da terreno assai fertile. Ma siamo in pochi. Negli ultimi trent’anni la Basilicata ha perduto oltre 70 mila abitanti (secondo i dati Istat, ma correntemente il calo supera i 100 mila abitanti) e il territorio dei 5 comuni aggrappati più direttamente al Vulture ne ha perduto il 10 per cento. I nostri studenti continuano ad andare via. Perduto il treno industriale, non ci resta che il Vulture, non ci resta che renderlo attrattivo. Ulteriore miopia? Sarebbe la fine. Le funivie del Vulture sono la grande, straordinaria attrazione. Non una ma tre, tre bracci di funivia: Atella-Rionero con Monte Vulture, Melfi con Monte Vulture, Monte Vulture con Monticchio Laghi. Basi di partenza, Rionero e Melfi, in posizione pianeggiante, con ampie strutture ricettive: parcheggi, aree giochi per bambini e ragazzi, ristorazione, alberghi. Sul Vulture e su Monticchio Laghi arriverebbero meno auto. Lo sviluppo dell’intera area è assicurato. Sono i grandi investimenti che mettono in moto ogni altra iniziativa e tutte le modalità di fare turismo.Ma dove si trovano tre funivie, sette colli e un sentiero che li attraversa, tre liquidi sulla tavola e due bocche vulcaniche che si ammirano dall’alto, e la possibilità che 5 milioni di visitatori delle regioni intorno vi possano arrivare? Pasquale Tucciariello, Centro Studi Leone XIII

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