lunedì, 17 Marzo , 2025
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Stop fotovoltaico su terreni coltivati, ma…faremo mai come in Corea o Amsterdam?

Sì ai pannelli solari sui terreni coltivati, ma solo se sollevati da terra, in modo da permettere di continuare, sotto, lo svolgimento l’attività agricola. E’ questo l’ultimo approdo di governo rispetto ad una delle tante querelle che animano da sempre il dibattito sui pro e i contro delle installazioni dei sistemi di produzione di energia alternativa (che siano pali eolici o pannelli solari). Nella fattispecie si tratta per l’appunto una restrizione alla sottrazione di terreno agricolo produttivo da parte degli impianti di pannelli solari che ora potranno anche essere realizzati in cave e vicino ad autostrade e sono fatti salvi anche i progetti previsti dal Pnrr e quelli che hanno già presentato l’istanza per la realizzazione. Continua ancora, dunque, la ricerca a trovare luoghi più idonei. E a tal proposito, possibile che nessuno abbia pensato di riproporre anche nel belpaese un utilizzo delle sua grande rete autostradale ai fini della produzione di energia solare? Eppure è da qualche anno è nota la soluzione adottata dalla Corea del Sud dove c’è una pista ciclabile che corre nel bel mezzo di un’autostrada a tre corsie per ogni senso di marcia, interamente coperta da pannelli solari, che oltre ad offrire riparo dal sole per i ciclisti, producono allo stesso tempo energia. Inoltre, sia l’illuminazione dell’autostrada che le colonnine di ricarica delle auto sono completamente autoalimentate da quegli stessi pannelli solari posti tra le sei corsie, rendendo la Daejon-Sejong -che si estende per 20 Km- autonoma dal punto di vista energetico.

Ora, senza pensare di costruire necessariamente una pista ciclabile (sulla cui opportunità che stia all’interno di un percorso con tanto traffico automobilistico, ci potrebbero essere tanto da ridire) lungo tutta la rete autostradale o una parte di essa presente nel nostro Paese, perchè non si è ancora pensato -similmente- di utilizzarla per installarvici pannelli fotovoltaici? Evitando di sottrarre altro territorio per tale scopo?  Ma ancora prima, dal 2016, ad Amsterdam (senza andare troppo lontano, dunque) è stata anche realizzata Solaroad, ovvero la prima pista ciclabile al mondo il cui fondo produce energia solare. Infatti, essa è una superficie stradale che funziona anche come pannello solare. Ci si passa sopra. Dunque, con Solaroad si potrebbero generare molti tipi di extra energia rinnovabile, senza richiedere alcuno spazio aggiuntivo e senza recare disturbo all’ambiente o alla natura. Certo, trattasi di un progetto sperimentale che -pur essendo stato performante- ancora non ha raggiunto un equilibrio costi/benefici. Sebbene, il sogno nel cassetto degli sviluppatori di questa tecnologia sia quello della sua estensione alla gran parte della rete stradale olandese, in modo tale da sfruttare la grande superficie oggi ricoperta da cemento come un vero e proprio generatore di energia pulita che possa servire per l’alimentazione di lampioni, semafori, abitazioni e colonnine per le auto elettriche. Insomma, loro ci provano. E noi? Almeno copiare, prendere qualche spunto, no?

Vito Bubbico
Vito Bubbico
Iscritto all'albo dei giornalisti della Basilicata.
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