Le ”chiare, fresche, dolci acque ” di petrarchiana memoria scorrono nelle antologie del BelPaese che fu, quando l’uomo era parte della natura e non si divertiva a violentarla come accade con la pratica devastatrice, spesso e masochista di oggi. E già perchè a furia di creare ostacoli e problemi a ”Sora Acqua” (ricordiamo il Cantico di San Francesco d’Assisi) resteremo all’acqua, come si suol dire, fino a prosciugare e ad avvelenare i pozzi. Chi è causa del suo mal… Ci vorrebbe una task force, magari quegli ”Sturmtruppen” di Bonvi che contrassegnano le maglie dei ”Volontari per l’ambiente di Legambiente di Matera, con il sempreverde (capelli d’argento a parte) Pio ” Zio Pio” Acito che hanno messo in guardia i materani ( a cominciare dagli Enti locali) sui rischi che l’oro bianco può procurare se…E la storia narrata e rappresentata accanto alla Chiesa del Purgatorio e davanti alla scalinata dell’ex diurno la dice tutta sulla necessità di smetterla con un vecchio malcostume progettuale, perchè prima o poi l’acqua diventa un fiume in piena e si riprende quello che le serve per arrivare al mare. Ma questo è un altro discorso da mancato ripascimento e altro…
” Non dimentichiamo-dice Pio Acito-I circuiti di acqua superficiale che hanno servito da sempre la città di Matera , Ricordiamo ai cittadini che nel giro di 90 anni Matera ha subito 30 alluvioni con sette morti, fino a quelli recenti di borgo Venusio,E se vediamo le date dall’ottobre 1928, area Bradano La Martella con i primi tre morti , c’è di che preoccuparsi …Occhio all’acqua. Pensiamo all’allagamento di tavernette, garages e non pensiamo, per esempio, che è l’intera comunità che è esposta. Il fatto di cementificare via La Martella ,la Gravinella, Agna, e altre zone è stato un grave errore dal punto di vista idrogeologico. Facendo quello si è alzato il livello di rischio . Per farla breve l’acqua che non penetra nel terreno scorre sull’asfalto e diventa più veloce e fa più danni”. Materani avvisati…La Gravina assorbe tutto? Mica sempre. Guardatevi intorno, ripete Zio Pio. Pronto con i volontari a indossare l’elmetto delle ”teste quadren” a tutela del territorio e del sistema di diffusione delle acque, che fa parte di un altro capitolo della questione legato alla tutela dei rioni Sassi.
