Stop allo spreco di suolo, allargamento delle zone di tutela ambientale e maggiore attenzione alle funzioni dei parchi, con investimenti negli organici e in risorse per assicurarne gestione e funzioni. E’ quanto hanno chiesto i presidente regionale di Legambiente, Antonio Lanorte, e del circolo di Matera Giovanni Moliterni , nel corso in una conferenza stampa in occasione della ”Giornata mondiale della biodiversità”. ” Più diversità contro la crisi climatica-hanno detto i responsabili di Legambiente- è un obiettivo raggiungibile a condizione, che si vada oltre le enunciazioni di principio. E’ importante individuare nuove aree da proteggere, ampliando la superficie di quelle esistenti”. In Basilicata sono 200.000 gli ettari di aree protette, pari al 20 per cento del territorio che è di 999.500 ettari. Moliterni si è soffermato, in vista della giornata europea dei Parchi che ricorre il 24 maggio, sulla situazione dell’Ente Parco della Murgia materana, che u varie carenze di organico e di gestione. E qui Il presidente di circolo ha tirato fuori l’elenco della spesa e delle cose, rimaste a meta, nella storia del Parco delle chiese rupestri, a causa di mancati investimenti e dell’attuazione di piani, progetti che, se attuati, non avrebbero portato- per esempio- alle ‘’forzature’’ progettuali su Murgia Timone e dintorni, per le quali- lo ricorderemo fino alla noia- ci sono stati una commissione ‘speciale’ presieduta dal consigliere comunale Pasquale Doria e ben due ordini del giorno, approvati dal consiglio, che invitavano sindaco e giunta a intervenire. Se non siamo al ‘parco delle rimembranze ’ ci siamo quasi… Silenzi a parte Moliterni è sceso nel dettaglio.
‘’ Tante sono le domande che rinnoviamo continuamente a cui non è mai data risposta– ha detto il presidente, nonché ex magnifico rettore dell’Università Verde di Legambiente, negli anni Ottanta. Perché non viene applicato il piano di carico turistico redatto in occasione della consegna del parco della storia dell’uomo? Perché non è stato ancora pubblicato il bando per l’affidamento dei centri visita, che ne è di Jazzo Gattini, di Parco dei Monaci, di Pianelle?’’ E ancora: ‘’ Quando sarà aperto il convento di Santa Lucia? Quali convenzioni sono state stipulate con Università e Centri di ricerca? Il consiglio direttivo si avvale di un comitato tecnico scientifico (art 23 dello Statuto del Parco)? Da chi è composto? Queste domande – ha concluso- al momento sono senza risposta , ci auguriamo che prima o poi qualcuno se ne faccia carico’’. E qui, presidente dell’Ente Parco a parte, Giovanni Mianulli, la questione tocca la Regione Basilicata in primis- che ha competenze politiche e amministrative in materia ambientale e sugli enti subregionali, ma anche Comune, Soprintendenze e territorio. Servirebbe più di un colpo d’ala. Magari quelli dei rapaci, come il falco grillaio ‘’u’strscign’’ simbolo del Parco. Vedremo. Non ci facciamo troppe illusioni. I tempi e la ‘’qualità’’ della politica, e delle strutture amministrative sulle quali si poggia, sono quelle che sono. E tante cose sembra scorrere come l’acqua sul marmo. Ma l’acqua ha una lenta capacità erosiva. Chissà.
Nulla da fare, invece, per il ricorso al Tribunale amministrativo regionale – ritenuto inammissibile- che Legambiente ha presentato nei mesi scorsi in merito alla elezione a presidente del Parco, Giovanni Mianulli, ritenendolo non idoneo- per l’assenza dei requisiti necessari- a ricoprire quella funzione. A spiegare, in sintesi, la sentenza del Tar l’avvocato Vincenzo Santochirico, con l’assenza di ‘’legittimazione’’ al ricorso, da parte dell’associazione ambientalista. ‘’ Eppure -ha commentato Santochirico- ci sono sentenze dei Tribunali amministrativi di altre regioni, che hanno ammesso i ricorsi di associazioni ambientaliste, e che abbiamo presentato nel ricorso, insieme a tutta una serie di osservazioni. I tempi stretti di esame di 29 curriculum, con una prima commissione che dopo 93 minuti non aveva espresso pareri, quelli dela convocazione di una seconda che in appena 12 minuti ha valutato le candidature consentendo alla giunta di acquisire pareri per deliberare, qualche perplessità avrebbe dovuto sollevarla insieme ai requisiti. Così non è stato e questo costituisce in Basilicata un precedente. Rispettiamo la sentenza del Tribunale, ma i dubbi restano’’. Il ricorso si è fermato al Tar. Legambiente, comunque, non molla sulle questioni sollevate. Alcune sono datate e sono legate alla ‘’storia’’ gestionale dell’Ente Parco, per il quale – a essere obiettivi- gli investimenti sono stati limitati e con una carenza di organici consolidati. C’è solo da rimboccarsi le maniche. E la tutela, la valorizzazione si fanno con i fatti e con scelte coraggiose e lungimiranti. E questo dipende da autonomia, sinergie e decisionismo.
