” Si è tenuta questa mattina la sessione plenaria di apertura del Seminario nazionale che ha l’obiettivo di approfondire, con tutti i soggetti interessati, gli aspetti tecnici legati al progetto del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco tecnologico, a seguito della pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), avvenuta il 5 gennaio scorso.”
E’ quanto reso noto con un comunicato stampa della Sogin in cui si specifica ulteriormente che:
“L’incontro di oggi è stato aperto da Vannia Gava, Sottosegretario di Stato al Ministero della Transizione Ecologica e da Emanuele Fontani, Amministratore Delegato di Sogin.
Hanno partecipato ai lavori, moderati da Iolanda Romano, esperta di processi partecipativi e dibattito pubblico e Fondatrice di Avventura Urbana, i seguenti relatori: Maurizio Pernice, Direttore di ISIN, Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione; Christophe Xerri, Direttore Ciclo del combustibile, tecnologie applicate ai rifiuti, decommissioning e reattori di ricerca del Dipartimento di energia nucleare di IAEA, International Atomic Energy Agency; Massimo Garribba, Vice Direttore Generale Energia della Commissione Europea; Roberto Zanino, Professore di Impianti nucleari al Politecnico di Torino; Patrice Torres, Direttore del Deposito nazionale francese de l’Aube; Philippe Dallemagne, Vice Presidente del Dipartimento de l’Aube e Sindaco di Soulaines-Dhuys, comune dell’area che ospita il Deposito nazionale francese de l’Aube; Alessandro Dodaro, Direttore Dipartimento fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare di ENEA; Fabio Chiaravalli, Direttore Funzione Deposito Nazionale e Parco Tecnologico di Sogin.
La plenaria di questa mattina si è conclusa dando risposta in diretta a 14 domande raccolte sull’argomento nel corso dell’incontro. Tale modalità di interlocuzione verrà replicata anche nelle prossime sessioni di lavoro.”
“Il processo di localizzazione del Deposito Nazionale – ha affermato Vannia Gava, Sottosegretario di Stato al Ministero della Transizione Ecologica – deve svolgersi nella massima trasparenza e completezza informativa verso i cittadini, spiegando in modo chiaro i motivi per cui l’Italia, come altri Paesi interessati dalle medesime problematiche, debba farsi carico di una gestione in sicurezza dei propri rifiuti radioattivi. Pertanto, – ha concluso – la localizzazione del Deposito Nazionale scaturirà solo a valle di una procedura ampiamente partecipativa, che comprende la valutazione concertata di ogni elemento radiologico, territoriale e ambientale utile a selezionare il sito in modo ottimale”.
“Questo percorso – ha commentato Emanuele Fontani, Amministratore Delegato di Sogin – si colloca all’interno della prima consultazione pubblica in Italia su un’infrastruttura di rilevanza nazionale, che consentirà al Paese di chiudere il ciclo del nucleare italiano e di ottimizzare in modo sostenibile e sicuro la gestione dei rifiuti radioattivi, fra i quali quelli prodotti ogni giorno nella medicina nucleare, nell’industria e nella ricerca scientifica”.
“Oggi ha inizio un essenziale momento di trasparenza e confronto – ha dichiarato Maurizio Pernice, direttore dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione – che vedrà l’Isin impegnato a garantire la rigorosa e corretta applicazione delle normative nazionali e internazionali affinché gli interessi generali siano conseguiti nel pieno rispetto dei diritti dei territori”.
“All’inizio l’85% della comunità era contraria al Deposito” – ha dichiarato Philippe Dallemagne, Vice Presidente del Dipartimento de l’Aube e Sindaco di Soulaines-Dhuys. “Temevamo rischi per la salute e danni all’economia. Il confronto e l’esperienza hanno fugato tutte le nostre paure. Il deposito nazionale è accolto dalla popolazione come il modo più sicuro per gestire i rifiuti radioattivi di un paese e un volano per lo sviluppo del territorio che lo accoglie”.
“In occasione del Seminario Nazionale –si legge infine nel comunicato- verranno approfonditi diversi temi, legati al deposito, con particolare riferimento alla rispondenza delle aree individuate nella CNAPI, ai requisiti internazionali stabiliti dalla IAEA (International Atomic Energy Agency) e a quelli nazionali individuati dall’ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione).
Saranno illustrati, inoltre, gli aspetti relativi alla sicurezza dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente, e i benefici economici e di sviluppo territoriale collegati alla realizzazione dell’opera e alle misure compensative previste.
Il Seminario nazionale si articolerà in nove incontri, trasmessi in diretta streaming sul sito seminariodepositonazionale.it. Oltre alle sedute plenarie di apertura e chiusura sono programmate sette sessioni di lavoro, una nazionale e sei territoriali, che interesseranno le aree potenzialmente idonee presenti nelle regioni coinvolte: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia e Basilicata, Sicilia, Sardegna.
Il Seminario Nazionale si concluderà il 15 dicembre, con la pubblicazione del resoconto complessivo dei lavori che termineranno il 24 novembre.
A seguito della pubblicazione degli atti, si aprirà la seconda fase della consultazione pubblica, della durata di trenta giorni, durante la quale potranno essere inviate eventuali ulteriori osservazioni e proposte tecniche finalizzate alla predisposizione e alla pubblicazione della Carta Nazionale Aree Idonee (CNAI). Al termine di questa fase le Regioni e gli Enti locali potranno esprimere le proprie manifestazioni d’interesse, non vincolanti, ad approfondire ulteriormente l’argomento.”

Iscritto all’albo dei giornalisti della Basilicata.